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356 IL BUON CUORE


dai coniugi Bault, che ella conosceva da tempo, quello che aveva ottenuto dal loro predecessore Richard e fu tanto fortunata da indurli a permettere che l’abate Magnin potesse celebrare nella stessa cella della regina. D’accordo con loro venne fissata la notte in cui fossero di guardia i due gendarmi Lamarche e Prud’homme, due pii e ferventi cattolici, preparati all’atto audace dell’abate Magnin. / Questi si era procurato intanto un piccolo calice smontabile, un minuscolo messale e una piccola pietra d’altare portatile; la Fouchè apparecchiò le vesti sacre con dei veli e una tovaglia di lino finissima. Il tutto venne nascosto in una sacca di piccole dimensioni. Venuta la notte — si era in ottobre -- i Bault stessi vennero a prendere i due e condussero nella cella e ve li lasciarono. L’abate Magnin disposti in fretta tutti gli arredi occonenti si veste e prende a recitare le preghiere rituali. I due gendarmi avevano pregato il prete di associarli al grande atto che egli stava per compiere e assistevano in ginocchio alla, pia cerimonia. Giunto il momento della Comunione i quattro, la regina, la Fouchè e i gendarmi si avvicinarono all’altare per essere comunicati. L’abate Magnin rivolto dall’altare con l’Ostia tra le mani, vide la regina inginocchiata sulla stessa fila degli altri, umilmente: si ricordò che il rito le accordava il privilegio della precedenza, la chiamò più presso l’altare e le porse l’Ostia, poi discese e comunicò gli altri. Fu questo l’ultimo incontro di Maria Antonietta con l’Abate Magnin. Questi s’infermò gravemente pochi giorni dopo e dovette per un po’ di tempo astenersi dal servizio delle anime. La Fouchè introdusse dalla regina un altro prete, il quale, nella notte del 13 ottobre, cioè alla vigilia della sentenza del tribunale, le portò in una teca di argento un’Ostia consacrata. Era l’abate Cholet, vandeano: compiuta la sua missione, egli sapendosi cercato a morte, lasciò la Francia e riparò in Inghilterra. Il racconto di questa fortunosa e meravigliosa avventura si deve allo stesso abate Magnin. Il Pisani che lo ricorda e lo rinarra coi colori suggestivi che la sua penna sa stemperare mirabilmente, discute finemente il valore della testimonianza dell’abate Magnin e conclude che esso non solo è ineccepibile, ma è altresì confermato da altri documenti di valore indiscutibile. L’abate Magnin tenne segreto l’episodio per più di venti anni, finché, venuta la Ristaurazione, gli fu ingiunto dall’arcivescovo di Parigi di renderlo pubblico. Ricevuto alle T uileries dalla figlia di Maria Antonietta, che gli aveva fatto ottenere la cura di St. Germain, parrocchia della Corte, egli narrò tutti i particolari dei suoi colloqui con l’infelice regina, poi ne scrisse relazione intera e particolareggiata, confortandola con le testimonianze della signora Bault che viveva ancora. Così la comunione di Maria Antonietta alla vigilia del patibolo è un fatto certo e come tale va collo

cato nell’intreccio emozionante degli episodii che si svolsero in quel periodo storico della Rivoluzione francese in cui urtarono passioni violenti, odii feroci ed eroismi sublimi. Ruth.


Religione


Vangelo della domenica 3a dopo la Dedicazione

Testo del Vangelo.

In quel tempo, il Signore Gesù ricominciò a par lare ai Principi dei sacerdoti e ai Farisei per ria di parabole, dicendo: Il regno de’ cieli è simile ad un re, il quale fece lo sposalizio del suo figliuo?.o, mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, e non volevano andare. Mandò di nuovo altri s,rvi, dicendo: Dite agli invitati: Il mio desinare è già in ordine, si sono ammazzati i buoi e gli animali di serbatoio, e tutto è pronto, venite alle nozze. Ma quelli misero ciò in non cale, e se ne andarono chi ’alla sua villa, chi al suo negozio: altri poi presero i servi di lui, e trattaronli ignominiosamente e li itc-, risero. Udito ciò, il re si sdegnò; e mandate le.uc milizie, sterminò quegli omicidi, e diede alle fiamme la loro città. Allora disse ai suoi servi: Le nozze sono all’ordine, ma quelli che erano stati invitati, non ne furono degni. Andate dunque ai capi delle strade, è quanti incontrerete, chiamate tutti alle nozze. E andati i servitori di lui per le strade, radunarono quanti trovarono, e buoni e cattivi: e il banchetto In pieno di convitati. Ma entrato il re per vedere i con-, vitati, vi osservò un uomo che non era in abito da nozze. E diss’egli: Amico, come sei tu entralo qua, non avendo la veste nuziale? Ma quegli ammutolì. Allora il re disse a’ suoi ministri: Legatelo per le mani e pe’ piedi, e gittatelo nelle tenebre esteriori: ivi sarà pianto e stridore di denti. Imperocchè molti sono i chiamati e pochi gli eletti. S. MATTEO, Cap.

22.

Pensieri.

La parabola di S. Matteo è riferita pure da S. Luca ed assai più in breve dagli altri evangelisti. Pare adunque logico pensare, che ed a loro ed agli stessi ebrei uditori abbia fatto enorme impressione. Infatti deve essere così. La parabola parlava assai chiaro della nuova vocazione delle genti alla fede, al