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246 IL BUON CUORE


nella quale, fatte le entusiastiche lodi del nunzio, esprimeva l’augurio di vederlo presto insignito della porpora, fu assai lieto di ottenergli la visita domandata. La quale ebbe luogo e riuscì di comune soddisfazione tanto da parte della regina quanto da parte’ del futuro papa. Il quale in una lettera ai parenti, custodita tuttora con gelosa cura nell’avito castello di Carpineto, dando contezza della cerimonia non rifiniva dal lodare la grazia, la cortese squisitezza di sentimenti di Vittoria. La visita ritardava il ritorno di Gioachino Pecci in Roma, quando Gregorio XVI era già sul suo letto di morte e non potè leggere la lettera del re Leo, poldo. Salito il soglio pontificio Leone XIII si ricordò del colloquio con la graziosa sovrana avvenuto 32 anni prima ed egli stesso le comunicava la sua assunzione al papato, ricevendone un autografo di cordialissime congratulazioni. Ogni anno i due sovrani nella occasione di solennità religiose si scambiavano autografi congratulacori improntati ad affettuosi sensi di mutua stima. Nel 1887 aata commemorativa del cinquantesimo di regno della regina. Leone XIII nominava mons. Rutto-Sedia arcivescovo di Petra e nunzio apostolico in Baviera, suo inviato speciale coll’incarico di recare uno splendido -dono, consistente in una superba ricostruzione in mosaico del celebre fresco La scuola d’Aiene di Raffaello che era costato più di cinque anni di paziente e sapiente lavoro di artisti romani. La retina mostrò di gradire assai l’atto gentile e ricevette il nunzio pontificio in udienza particolare primo tra tutti gli ambasciatbri. Due giorni appresso mon. Ruf fo-Stilla prendeva parte con, tutte le distinzioni del suo grado alla grande festa data nei saloni del «Foreign Office» da lord Salisbuy ai sovrani e agli ambasciatori esteri. Cn precedente era stabilito e ciò non era poco nei sistemi diplomatici inglesi.

Anche nel 1897 il Sovrano Pontefice tenne fede al precedente e mandò mors. Sambucetti arcivescovo di Corinto per gli auguri del sessantesimo, inviando anche questa volta uno splendido dono. Che l’animo della regina Vittoria fosse completamente mutato lo si vide appunto nell’occasione del 500, quando si cominciò a parlare in Inghilterra del disegno di Leone XIII di mandare un inviato speciale. Il colonnello Sandy, bollente protestante, si fece eco alla Camera dei comuni del vivo malcontento del mondo anglicano, ma udì rispondergli dal ministro del Tesoro, W. H. Smith in modo da non ammettere replica, che la regina era in diritto di ricevere, chi volesse e che il nunzio pontificio sarebbe stato ricevuto con tutti gli onori che si rendono ai nunzi apostolici nei paesi civili. Ancora in occasione del primo giubileo venne celebrata una solenne Cerimonia nella abazia di Westminster, nel secondo la cerimonia venne tenuta nella cattedrale di San Paolo e vi assistette la stessa re gina. Ritornando dalla funzione essa volle passare sulla riva sinistra del Tamigi; giunta davanti alla bella chiesa cattolica di San Giorgio, cattedrale della diocesi di Southwarck, essa discese a ricevere l’omaggio del cardinale Vaughan e dell’episcopato cattolico che ivi si era dato convegno insieme al primato con le insegne pontificali. L’avvenimento ebbe una eco mondiale.

UN’OPERA DI BENE (I) Ho detto opera di bene e non saprei trovare titolo migliore per sintetizzare l’opera poderOsa testè compiuta, con chissà quali tenaci e violenti sacrifici, dal benemerito ing. E. Bruno e ’dalla signora Roggiero, coadiuvata felicemente dall’intelligente sua figliuola, prof. Luisa Vandone Roggiero. Dai quattro volumi riccamente illustrati, che compongono questa raccolta della beneficenza muliebre in Italia, si sprigiona un vivo e penetrante profumo di bontà, di dedizione, di sacrificio, di virtù eroiche e cristiane. Come non desiderare che questi volumi preziosi si dif fondano ovunque, trovino posto nelle scuole, negli Educandati, nelle famiglie? La compianta Luisa Sanvito, vedova dell’editore Cogliati, fu l’ideatrice di questa opera; e la sua anima, aperta ad ogni più pura bellezza spirituale, deve avere avuto chiara la visione consolante di questa raccolta di anime beneficanti, e di tutto il bene che dal loro esempio vivificatore ne sarebbe venuto alle anime future, lottanti fra le pene e le delusioni, oppresse dal dubio, incerte sovente sulla via da seguire. La morte, immatura, troncò colle gelide ali il sogno bello di Luisa Cogliati; ma esso fu raccolto con trepido e reverente affetto dalla sorella e nipote, e coll’aiuto dell’ing. Bruno e di molti valenti scrittori e collaboratori, venne felicemente attuato e compiuto. Dal forte Piemonte alla lontana Sicilia, tutta l’Italia vi è rappresentata e degnamente illustrata, nelle sue donne benefiche e virtuose. La carità, l’amore, la beneficenza in ogni loro forma, simboleggiano e sintetizzano luminosamente il lavorio soave, paziente e benefico dello spirito muliebre sulla umanità. Accanto i profili augusti delle nostre Regine e delle nostre principesse, sfilano umili e belle le dame dell’aristocrazia, le signore della borghesia e le modeste popolane dal cuore invitto e dall’anima pura. Per chi è uso definire la donna, creatura frivola e vana, quest’opera gli opporrà a centinaia gli esempi di ciò che la donna può e sa compiere quando la spinge e la vivifica la fiamma dell’amore di pria, del prossimo e di Dio. (i) La donna e la beneficenza in Italia, Editori Ing. E. Bruno e V. Roggero • Torino. — Sconto speciale agli Istituti, Insegnanti, Clero, ecc., ecc.