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180 IL BUON CUORE


Come va che, noi nell’abbondanza ci dimentichiam dei nostri creditori, che debbono calcolare sulla prontezza nostra per vivere? Non siamo l’Epulone col... Lazzaro alla porta? Ad esempio: non diamo noi una specie di plusvalore ai nostri soldi, al nostro danaro, pagana, scarso ed.esigendo molto, troppo?! Ancora: offriamo — in quale misura? quando? sempre? — ed offriamo colla speranza, che rientri dalla porta quello che abbiamo buttato dalla finestra! Non vive ancora l’Epulone anche oggidì?... oggi forse in,cui si sono moltiplicati i Lazzari dello spirito e del corpo? E siamo incerti? indecisi? B. R.

Gita ai Segretariati dell’Opera d’Assistenza sulla linea del Sempione

Il Congresso dell’Opera di Assistenza agli operai emigrati in Europa si è chiuso con una visita collettiva, interessantissima, agli uffici di Iselle, Naters e Domodossola. Tra i presenti si notavano il conte Stefano Jacini, il nob. prof. Pestalozza, il prof. Gallavresi, il professor Barassi, dell’Università di Genova, il conte G. C. Borromeo, il gen. Oliveri, il nob. ing. Greppi, l’arch. Pier Fausto Bagatti Valsecchi, tutti del Comitato dell’Opera, le contesse Trivulzio, Lina e Lisa Jacini, Cavazza, il conte Gallina, R. Ambasciatore, il rappresentante dell’Ambasciata giapponese Stchiro Koshida, il comm. Finzi, ministro onorario il conte G. B., Jacini, il dott. Bonfanti, il cav. Caleniani, le signore Porazza e Crescini per la Protezione della Giovane, il comm. Passerini, per la Deputazione Provinciale di Brescia, e da Firenze il conte Mazzei, i signori Rosselli del Turco e Guidi, il conte Donà delle Rose di Venezia, il cav. Becher, il solerte segretario dell’Opera Erminio Albonico, ecc. Da un mese si è iniziata ta costruzione del nuovo tunnel del Sempione — i lavori certamente dureranno almeno tre anni — e già sono arrivati ad Iselle più di mille operai di tutte le regioni d’Italia, ma specialmente della Calabria, della Sardegna e della Toscana, con circa trecento famiglie. Le loro mercedi sono buone, però il lavoro è gravoso, continuamente esposti come sono a pericoli e ad incognite. In due turni di quattro ore per volta e quindi di otto ore complessive, i lavoratori si avvicendano durante la giornata. Spettacolo veramente indimenticabile offrono questi forti operai quando all’ultimo turno — verso le 22 di sera -- passata la visita delle guardie di finanza — si avviano con un piccolo lume in mano, che brilla nell’oscurità della notte, di corsa, colle membra spossate ma col canto sulle labbra, verso la loro

casetta di legno, ove li attende la zuppa fumante, il sorriso della loro donna, dei loro piccini. Quantunque ora da ambedue i versanti non si sia arrivati che ai cinquecento metri, gli infortuni sí sono succeduti con una certa frequenza. Ieri, nell’ospedale costruito dall’Impresa sin dal primo tunnel ed ora riattato e gestito dall’Opera Bonomelliana, oltre una diecina erano gli ammalati, tutti per lesioni sul lavoro. Le sale sono spaziose tenute con una pulizia veramente sorprendente. Un episodio gentile: una povera donna, moglie di un minatore, ricoverata da qualche giorno, perchè affetta da mastite, ha dato ieri alla luce una piccina. La Contessa Trivulzio, con caritatevole pensiero, a ricordo della sua visita, ha voluto esserle madrina, regalandole una buona somma di denaro. Dopo questa visita i gitanti, sotto la guida sempre del vice-direttore del Segretariato locale, don Gino Velo — giovane sacerdote, pieno di entusiasmo di fede nella sua caritatevole missione, si sono recati a visitare la chiesa dell’Opera, costruita,da mons. Pulciano, vescovo di Novara e con lo spontaneo e commovente concorso di quasi tutti gli operai già addetti ai lavori del primo tunnel e che. 1,A vollero dedicata a S. Barbara, protettrice dei minatori. Vicino sorge la scuola e l’asilo dell’Opera, che presto si riapriranno. Gli operai italiani — come abbiamo detto -- vivono in casette di legno, ad un piano, costruite sin dalla prima impresa, ed ora riattate dopo otto anni di solitudine. Esse formano come un villaggio, ma si può dire che ogni regione formi un gruppo a parte. L’Opera per essi compie un’azione vigilante, continua, intensa e che si esplica in vari modi, ina specialmente con opera da intermediaria in difesa del debole nelle questioni che possono sorgere. colla Impresa. Li aiuta pure in tutti i loro svariati bisogni, sia in materia civile che ecclesiastica. D’altra parte l’ntervento dei Segretariati è ben vista anche dalle Imprese, che in loro vedono un’opera di concordia fra capitale e lavoro anzichè di d’ssoluzione. Naturalmente fra questi operai sono rappresentate tutte le opinioni politiche. Ed anzi sembra che un gruppo di facinorosi estremi voglia ora costruire una Camera del Lavoro. A Briga e a Naters. Appena a Briga i gitanti si portarono tutti all’HOtel Couronnes et Poste, ove era preparata la colazione. Alla tavola d’onore presero posto il conte Gallina, tra il Comitato e le signore, il vice-console cav. De Carneluti, il prefetto del distretto avv. Stockalper, il presidente ai Briga avv. Clause, il presidente di Naters Mickling, gli ingegneri capi della linea signori Brown, Andreae, Rotpletz, Felhmann, Parrot, BOyet, Benetti ed il dott. Pometta. Regnò la più simpatica cordialità. Ma la visita a Naters, piccolo Comune che dista pochi minuti da Briga, ove abitano più di quattro