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IL BUON CUORE 172


fu detto da una Consorella - ore vi sono le quali potrebbero paragonarsi alle oasi ristoratrici nell’arido pellegrinaggio della vita. Ore, come le altre fuggenti ma che lasciano dietro a sè -- luminose meteore — un solco radioso di luce che rischiara l’arduo cammino, rinfranca i nostri passi, ritempra l’animo a nuove energie, e nel cuore infonde quella virtù d’amore e di sacrificio che su una Croce ebbe il suo martirio e la sua apoteosi. E davvero rigeneratrici dello spirito,. confortatrici del cuore, animatrici gagliarde del pensiero e dell’azione furono appunto le ore trascorse ieri nella Pia Casa di Nazareth. • L’Ill.mo Monsignore Don Luigi Orsenigo, decano dei Canonici di S. Ambrogio, vi celebrava la sua Messa di diamante e come già fece per la sua Messa d’Oro, prescelse compiere Taugusto Rito nella stessa Casa della Riparazione ch’ebbe a fondatrice la venerata sorella sua che ottenne d’essere sepolta fra le sue figlie amatissime. Vigoroso ancora di spirituale giovinezza, l’Ill.mo Monsignore ascese l’Altare e vi offerse il S. Sacrificio assistito dall’Ill.mo Monsignor Roncari, abate Mitrato di S. Ambrogio, dai padrini sigg. Agliati Giuseppe e nob. Domenico Bianchi, alla presenza di Monsignor Ghezzi, arciprete e del Ven. Capitolo, di Monsig. Limonta, Superiore della • Pia Casa, e di Monsig. Locatelli, Prevosto di S. Stefano. Erano pure presenti le ascritte al Pio Consorzio con la loro Presidente Donna Giovanna dei Marchesi Cornaggia. Commovente la musica, mesto e soave il canto delle ricoverate. Si sentiva -in essi tutta la mistica dolcezza d’una Fede che eleva e santifica, d’una speranza che redime e consola, d’una promessa che salva e premia. Al Vangelo della. Messa Don Ismaele Rossi, con parola viva e sentita, parlò del Sacerdozio santo, illustrando così la vita buona, operosa, ricca di virtù e di meriti dell’Ill.mo Monsignore Orsenigo, affermandone la distinta intemerata personalità. Letta la Messa. Monsignore sostò qualche istante alla Tomba della sorella, indi entrò circondato da Clero, nel salone ove già si erano affollate tutto le Consorelle ansiose di udirvi una parola di inc6raggiamento e dì benedizione. Qui gli venne ossequiata l’offerta della Messa di diamante delle Consorelle di S. Savina, e diverse pergamene ricordanti i voti e gli omaggi di tanti cuori grati e riverenti. Due fanciulle bianco vestite, recitarono due poesie ispirate ai più n6bili sensi, scritte per la circostanza da una Pia Suora Riparatrice., Altra poesia di una Consorèlla a nome del Pio Consorzio da lui fondato e diretto con l’alta intelligenza che lo distingue. Il Santo Padre si degnò inviare la sua Benedizione ricca della Plenaria indulgenza lucrata da tutti i presenti. Anche l’Em. Sig. Cardinale Arcivescovo inviava

la sua Benedizione col voto fervido che l’anniversario di Stia Ordinazione gli tornasse molte volte ancora per accumulare sempre, maggiori tesori per il Cielo. Chiuse la festa l’Ill.mo Monsignore che ebbe parole di ringraziamento per tutti. Primo’ fra essi il Clero della sua ’Perinsigne Basilica Ambrosiana, i padrini che l’assistettero, le Suore che riversarono (sono parole sue) tesori di sante memorie. Anche per le Figlie di Savina ebbe parole di speciale predilezione, ma nella umiltà sua non volle attribuita ai suoi meriti la grandezza della dimostrazione e delle onoranze giubilari ricevute. Terminò il suo discorso dicendo: a E’ detta Mei(sa di diamante quella che ho teste celebra,to. Non sia •una qualifica imprestata. Che è un diamante? Carbone che natura industre lavora e trasforma. Ebbene, eccovi presente un pezzo di carbone. E voi che siete buoni, pregate perchè il sovrannaturale lo lavori e lo stras formi in diamante? oh no, non troppo alto. Almeno in un minerale qualunque, in un pezzo di pietruzza che possa venir raccolta dagli angeli e far parte anche ultima del pavimento». yis«934t!,,t.

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ODISSEA D’UN ELETTORE La Procedura Elettorale Caro Direttore, Giacchè siamo in piena discussione intorno all’applicazione pratica della nuova legge elettorale politica, non riuscirà inutile conoscere l’odissea di un elettore, che, dopo trent’anni d’incontrastato esercizio del diritto elettorale, si trova in una ben strana situazione. Nato e cresciuto in terra manzoniana, all’ombra del classico Resegone,• benchè dimorante nella diletta Milano, egli ha sempre dato la preferenza per il voto politico alla sua nativa Lecco. Al momento della grande inscrizione di tutti gli elettori capaci,di votare in qualsiasi forma, invitato ufficiosamente e anche amichevolmente dal Comune di Lecco -a dichiarare se intendeva rimanere fedele al Collegio nativo, inviò regolare domanda e il suo nome fu inscritto, come pel passato, nella novissima lista elettorale politica. Era tranquillo e attendeva Io scioglimento della Camera per recarsi nel territorio manzoniano ad esercitare il suo diritto e il suo dovere, quando la sua pace fu turbata da una notificazione municipale: la Commissione Elettorale Provinciale di Como aveva cancellato il suo nome dall’elenco degli elettori politici di Lecco, motivando la sua azione col dubbio della di lui inscrizione a Milano. Contemporanea