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IL BUON CUORE 61


Pensieri.

I capi del popolo, i Dottori, i Sacerdoti coi Farisei che assediano Cristo sono accecati dalla superbia, tanto da non accorgersi dell’evidente contradizione delle loro proteste col fatto contemporaneo. Protestano di non aver servito mai ad alcuno mentre da tempo sul loro paese gravava il terribile peso dell’aquile romane. La politica,— terribile e pericolosa passione — alle volte — spessissimo — fa velo e ci acceca. Per la politica, per il pretesto politico — Cristo salì sulla Croce: per il pretesto politico dell’integrità e salute dell’impero romano si soffocò la libertà della Chiesa nel sangue dei martiri che popolarono le catacombe: per il pretesto politico fu sempre osteggiata e conculcata la Chiesa: per la sciagurata politica s’inceppa e si grava di catene la libertà cristiana, i diritti della Chiesa. Pare impossibile! L’una e l’altra società hanno una meta e mezzi e strade diverse, eppure ad ogni piè sospinto s’incontrano e la sicurezza della patria, l’integrità, la’ tutela dei diritti civili, giustificano una statolatria accentatrice e conculcatrice d’ogni più santo ed elementare diritto. Come Cristo anche colla sua Sposa, la Chiesa, la lotta continua sorda violenta, vellutata o villana, lotta derivata dal pessimo uso della parola profanata: la libertà.

Cristo ha spiegato lo strano fenomeno: «Chi commette peccato è figlio del peccato: solo chi avrà conosciuto la verità sarà libero». In queste parole sta la spiegazione semplice ma tanto vera. E traducendola direi: Voi non siete liberi — la libertà non si ha gridandola per, tutto ed ogni momento — non siete liberi perchè siete nel peccato in quanto le vostre passioni, le intemperanze, l’insaziabilità di questi che mai non posano continuamente chiedono non vi fanno rispettare i diritti degli altri; anzi vi spingono nell’azione del vicino, vi spingono nel campo altrui violando così l’altrui libertà, recando ingiuria al fratello. E’ per questo che con errore — non intendendo bene le esigenze altrui — solo la verità — conoscenza perfetta dei diritti degli altri, dei rapporti che ci stringono a Dio, agli uomini, alle cose — solo la verità ci farà liberi. Dunque il vero regno della vera libertà sta nel regno della verità: verità che ci illuminerà in tutti i nostri rapporti con chi ci attornia ed ha relazione con noi: verità che ci indurrà a rispettare quanto viene dalle leggi — ordinata esposizione dei nostri rapporti — sancito, cosicchè solo i santi sono i veri’ soli figli della libertà, solo coloro che osservando quanto dalle sane leggi veniva sancito, gelosi dei diritti e doveri propri rispettavano i diritti di tutti.

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A chi parla questo semplice linguaggio, a Gesù viene lanciata l’atroce calunnia di indemoniato.

Sì, il mondo grida, urla con violenza furiosa dietro chi rivendica il diritto del vero, del bene, dello spirito. E’ la reazione della materia, della carne, del senso contro il mondo soprasensibile, il mondo morale, Dio, contro quanti ci rimprovereranno le nostre viltà con una condotta veramente libera e santa. Ma non temiamo. L’azione della virtù fu sempre combattuta. Di mezzo al suo svolgersi benefico e pacifico s’injetta il veleno e la bara della cattiveria e del vizio, ma Cristo ha risposto per noi rivendicando la sua missione ed aspettando nel cielo la sua ricompensa, con una vita che non vedrà il tramonto giammai in una eternità degna di Dio e della bellezza del nostro spirito. B. R.

Il P. Barnabita GAETANO OGGIONI

Dall’Italia Reale, con animo commosso, togliamo il seguente elogio funebre del Padre Barnabita Oggioni, che fu nostro compagno di scuola e poi sempre amato e venerato amico. Nelle prime ore di ieri, dopo breve malattia, cessava di vivere, da tutti rimpianto, il Padre Gaetano Oggioni, d’anni 6i, Direttore Spirituale nei Reale Collegio Carlo Alberto di Moncalieri. Questa morte quasi improvvisa getta nel lutto la Congregazione dei Barnabiti che si vede privata di un valente operaio nell’esplicazione del bene; ma per il R. Collegio Carlo Alberto segna una perdita incalcolabile. Nato a Castello nelle vicinanze di Lecco, il Padre Oggioní trascorse la sua prima infanzia alle falde del Resegone, passando poi nell’istituto Villoresi di Monza, dove maturò in lui la vocazione ecclesiastica. Ordinato sacerdote, si consacrò con giovanile entusiasmo alla cura delle anime, finchè, obbedendo ad un interiore invito al suo spirito religiosissimo, credette giunto il momento di consacrarsi a una forma di vita più perfetta. Verso l’anno 1893 decise ed ottenne di entrare nell’Ordine dei Barnabiti. Compiuto il regolare noviziato, il Padre Oggioni venne in seguito destinato nei vari collegi della Provincia lombarda, e dappertutto egli portò un prezioso contributo di consigli e di opere. a Da circa due anni si trovava nel Real Collegio di Moncalieri, e la sua figura arguta e buona godeva le più vive simpatie presso quanti l’avvicinavano. Uomo di Dio, sapeva congiungere l’innata modestia con un’abituale serenità d’animo, il che gli attirava la confidenza di tutti e specialmente dei giovani convittori, che vedevano in lui una persona d’ingegno e di cuore che li sapeva comprendere e