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2 IL BUON CUORE


allieve, al quale presero parte, allineati in prima fila, destando nel pubblico il più giulivo compiacimento, una dozzina di piccoli allievi e allieve dell'Asilo Infantile, che, figurando le voci angeliche, ripetevano, con visibile gusto, la frase di chiusa: Alleluja, alleluja.

La maestra di ginnastica, signorina Novaglia laura, fece compiere alle sue allieve un breve saggio di esercizi colle palle di gomma, rimarchevoli per la precisione di movimenti.

Vennero distribuiti diversi premi di fondazione perpetua ed alcuni straordinari in libretti di Cassa di Risparmio, dati agli allievi ed alle allieve che maggiormente si erano distinti, per ingegno, per diligenza e profitto negli studi o per buona condotta.

Erano presenti nel primo giorno dell'Accademia a rappresentare l'istituto il Presidente Cav, Uff. Dott. Francesco Denti e il Consigliere Ing. Carlo Radice-Fossati: nel secondo il Consigliere nob. Avv. Decio Arrigoni. Il Consigliere di Prefettura Avv. Simoni rappresentava il Prefetto, e per Provveditorato degli Studi era presente la signora Professoerssa Giselda Fojanesi Rapisardi.

Seguono la poesia della cieca Anna Ambrosi e il discorso prnunciato dal Rettore.

A GIOVANNI BALERIO

GIOVANE EROE CHE LASCIÒ LA LUCE

SUL CAMPO DI ZANZUR

Omaggio fraterno.

Io lo so il tuo nome e l'olocausto immane
Che per la patria hai su l'altar compiuto,
O eroe fratello, o giovinetto prode;
E da queste t'invio terre lontane
Il mio commosso, fervido saluto
Su le modeste e sacre ali dell'ode.

Non ha la terra, il so, degno un linguaggio
Che il tuo martirio esalti invitto e santo,
Ed io ti penso riverente, assorta...
ma c'è de' miglior sansi il pio messaggio
Nella nota del mio povero canto
Che il voto, il plauso unanime di porta.

Essa ti giunga come una lontana
Profonda melodia che in te discenda,
Come l'accento d'un'amica voce;
Essa ti giunga messaggera arcana
D'una fede sublime, che risplenda
Pura, serena innanzi alla tua croce.

Ascolta, ascolta: in essa ti favela
Timidamente, ma con vivo ardore,
Con uno slancio di pietà infinita,
Un cuore aperto, un'anima sorella
A cui ben nota è questa di dolore
Avvolta in fitta nebbia erma salita.

Pure anche in questa nostra notte oscura
S'accendon raggi sovraumani, eletti,
Miti qual dolce scintillio di stelle;
Anche all'ombra fatal della sventura
Crescono germogli di soavi affetti,
D'intime gioie e di speranze belle.

Abbiam la luce intensa del pensiero,
Prodiga di dolcezze alte e serene
All'uomo che ascende nel silenzio ed ama;
E in alto, in alto, sovra il rio sentiero,
Splende la meta angelica del bene
Che ci conforta, illumina e richiama.

Ch'io ti stringa la mano, eroe fratello,
C'io ti sussurri la parola ardente
Che dalla mia commossa anima sale:
Coraggio, e avanti! anche il martirio è bello
Quando per esso un popolo volente
Il suo raggiungere nobile ideale.

Coraggio, e avanti! a te l'Italia plaude,
E d'intorno ti ferve una gentile
Gara d'affetto che non han parole.
Deh, fra il compianto e la mertata laude,
L'omaggio accoglie, o forte cuor virile,
D'una sorella tua priva di sole.

Anna Ambrosi

ex-allieva dell'Istituto dei Ciechi di Milano

di Villa Lagarina nel Trentino.


Discorso del Rettore.

Ancor son qui: credevo proprio di non poter più prendere parte a queste pubbliche accademie: mi sentivo esaurito! Benedette le fresche aure e le tiepide acque di Bormio; benedette le reti di Colico, col loro ricreante riposo; e forse più benedette le preghiere che voi, miei figliuoli, voi piccoli bambini dell'Asilo infantile, e altre anime gentili, hanno sollevato al cielo per me: mi sentii come rinato: chi direbbe che io oggi entro nel settantasettesimo anni di mia vita?

E a questo risveglio servì forse un altro risveglio, il risveglio della patria: Figlio del 1848, del 1859, l'amor di patria, suscitato da quei grandi avvenimenti, si è come trasfuso, fuso col mio sangue, ed ogni aurora splendida che sorge a illuminare la mia patria è come aurora che sorge a illuminare la mia vita: salve, o gloriosa campagna di Libia, che hai dato al paese una nuova coscienza di sè, che hai cancellato le dolorose memorie delle sconfitte passata, che schiudi all'Italia i più fulgidi orizzonti dell'avvenire.

Alla grandezza della patria partecipa coll'anima sua l'Istituto: voi avete udito gli allievi e le allieve elettrizzarsi al racconto delle vicende di Libia: un giovine artigliere, colpito a Zazur da una palla micidiale e privato della vista, venne raccolto in mezzo di noi, perchè coll'insegnamento dei lavori, possa rendere ancora utile e consolata la sua vita: una giovane cieca, ex allieva dell'istituto, si leva dalle