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356 | IL BUON CUORE |
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La Ven. Salma tolta dal carro funebre viene portata processionalmente in Chiesa. Nel mezzo di questa è eretto un sontuoso catafalco coperto con addobbi neri e violacei terminanti con ricche frangie, ed adorno di eleganti borchie dorate. La cassa contenente le venerate spoglie viene deposta sul catafalco intorno al quale si raccoglie il clero per cantare i salmi di rito. S. E. il Cardinale Arcivescovo imparte poi la benedizione alla Salma, mentre i presenti dicono il Miserere. Terminata questa breve cerimonia, S. E. s’inginocchia e recita il S. Rosario, rispondono clero e popolo che assistono con commossa devozione alla pia funzione di suffragio.
A funzione finita S. E. il Cardinale lascia la chiesa in mezzo a due fitte ali di popolo accalcantesi intorno per ricevere la pastorale benedizione. Giunto sul limitare S. E. sale nella sua automobile e parte salutato reverentemente dai presenti. La folla si riversa quindi in Chiesa davanti alla venerata Salma e leva sommessamente preci in suo suffragio. Intorno al catafalco vigilano parecchi soci del Circolo parrocchiale del Sacro Cuore che prestarono, per turno, il servizio d’onore anche durante la notte.
I fedeli continuano ad affluire numerosi. E’ una processione ininterrotta di uomini, donne e bambini di ogni ceto, che vengono a rendere al loro antico ed amato Pastore I omaggio della filiale devozione e del reverente ricordo.
Religione
Vangelo della Domenica terza d’Avvento
Testo del Vangelo.
S. MATTEO, cap. II.
Pensieri.
La domanda dei due discepoli manifesta l’ansia e la febbre di tutti gli uomini di sapere, di trovare chi sia e dove si trovi e si nasconde Gesù Cristo. Volere o meno, Cristo è l’espressione reale, vera della felicità, della quiete: Cristo è la stella luminosa di bene di perfezione, che vista da ogni banda, d’ogni lato versa — più o meno direttamente — tal raggio di gioia e bontà da dover sempre ed ogni tempo formare l’ansia segreta o palese d’ogni spirito, d’ogni popolo, di tutti gli uomini. Ed allorchè noi ci abbiattiamo in chi meglio gli si avvicina, in chi meglio lo ricopia, ne riproduce l’immagine sua dolce in mezzo alla società — scienza, virtù, grandezza, potenza, gloria — noi diciamo a lui con curiosità: sei tu il Cristo che deve venire o ne aspettiamo un altro?
Dunque innanzi a lui — a Cristo — non può darsi la noncuranza o l’indifferenza religiosa. Mente a se stesso chi ostenta tale posa: la realtà è ben diversa. Come innanzi alla gloria, alla scienza, al potere, niuno si può tenere indifferente così non si può trovarsi innanzi a Gesù: la sua parola traeva le turbe, il suo sguardo le fanatizzava, il suo braccio le spingeva ad ogni sacrificio: oggi pure la parola di lui sveglia le turbe, la sua azione commuove i popoli interi; innanzi a lui indifferenti — nè odio nè amore — solo ponno essere gli ebeti e gli incoscienti... così si tiene innanzi alla scienza, alle cose migliori il bambino ed il selvaggio.
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Chiesto di Gesù, giova verificarlo col più serio controllo.
Molti e molti passarono in mezzo all’umana società dicendosi il Cristo. Fu l’audacia degli ambiziosi che legò la curiosità, l’ammirazione delle genti: fu lo splendore di cento e cento troni — fatti in polvere — che le abbarbagliò: fu la scienza, la vergine dea, che squarcia il velo della verità, furono le mille e mille stelle che diedero un più vivo splendore un’istante, e che ingannarono. Non erano il Cristo. Ma dove si trova Egli mai? Se è così necessario, indispensabile perchè sarà còsì difficile, laborioso il trovarlo, il conoscerlo?