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IL BUON CUORE 293


cura che anche da parte dei cattolici (tschechisch) della Boemia vi sia numerosa concorrenza; così dalla Galizia, dalla Bucovina, dalla Polonia, ecc. Tutte le nazioni Ungheria, e a loro capo i maggiori, hanno promesso la loro partecipazione; dalla Croazia verranno più di quattromila uomini nei loro costumi nazionali; gli Ungheresi, specie la nobiltà dell’Ungheria, verrà pure in costume nazionale.

Tra pochi giorni Vienna ospiterà fra le sue mura popoli diversi, venuti a tributare solenne omaggio alla Divina Eucaristia pel Congresso Eucaristico. Vienna farà signorilmente gli onori di casa.

Già i pellegrinaggi sono sulle mosse, ed anche dalla nostra Milano non pochi religiosi e laici vi interverranno.

Vienna è degna di essere visitata. Vi sono in essa più di 50 chiese. Tra tutte vi primeggia la cattedrale dedicata a S. Stefano, immensa mole di architettura gotica, stata eretta da Enrico II l’anno 1144. Ma le vicende a cui Vienna soggiacque pei deplorevoli incendi del 1258, 1269, 1276 recarono tanti guasti alla chiesa, che per le riparazioni perdette alquanto della originaria sua forma, non rimanendo oggi del primo edificio che le due torri anteriori. In seguito la chiesa fu ampliata e vi si aggiunse nel 1326 la cappella della S. Croce, poi quella di S. Eligio, poi il coro e nel 1359 le due porte laterali.

Tuttavia la fondazione di S. Stefano si attribuisce al duca Rodolfo, che ai 16 marzo 1365 vi installava il Proposto e 24 canonici.

Nel 1514 la torre più alta fu percossa da un fulmine e poi scossa dal terremoto del 1590. Aggiustata di nuovo fu sovrapposta ad essa torre un globo sormontato dalla Croce, in memoria della liberazione di Vienna dai Turchi nel 1683. Nel 1699 sotto la gran Croce fu posto il grande orologio e nel 1701 fu fatto l’organo.

La cattedrale di Vienna è messa a pari per la sua solidità delle rinomate cattedrali di Strasburgo e di Colonia.

Il viaggiatore piacesi nell’ammirare le colossali dimensioni e l’ardita costruzione. La facciata è oltre ogni dire maestosa. È bellissimo l’effetto di luna nelle guglie nella notte serena.

La chiesa è a croce latina a tre navate.

La lettera del Papa al Congresso Eucaristico.

La lettera che il Papa ha indirizzato ai cattolici di tutto il mondo che interverranno al Congresso Internazionale Eucaristico di Vienna verrà letta prima dell’inizio dei lavori. Essa è in latino, ed è un documento consolante col quale il Papa si congratula ed esprime la sua compiacenza verso i cattolici. Tale lettera — della quale è stata autorizzata la traduzione in varie lingue — verrà letta la mattina dell’apertura del Congresso.

La partecipazione degli ufficiali.

La Danzers Armee Zeitung, rivista militare settimanale diretta da Carlo Danzer e dal generale di fanteria
Carlo von Larg, reca un notevole articolo a proposito della partecipazione degli ufficiali al Congresso Eucaristico Internazionale.

L’autorevole e diffusa rivista osserva che sebbene, a differenza d’altri grandi Stati, l’Austria-Ungheria non riconosca una religione di Stato, si impone il fatto che la popolazione dell’Austria è cattolica per nove decimi, e per più di sei decimi è cattolica la popolazione d’Ungheria, e che quindi nella monarchia pensiero cattolico e pensiero religioso sono identici. L’avvenimento straordinario del Congresso non può venir considerato dal punto di vista ristretto di una sola considerazione. Il sentimento religioso si trova attualmente in rialzo, ed in rialzo possente. Esso non intacca minimamente la libertà dello spirito. È passato il tempo in cui tutto si credeva di poter spiegare colla natura; le aspirazioni religiose sono un fattore essenziale della vita. E professare apertamente la propria religione è tutt’altro che servilismo. Il socialismo può a sua posta dileggiare «gli ufficiali pellegrinanti»: se noi — prosegue l’articolo — «accogliamo l’invito al Congresso e partecipandovi sotto la direzione del nostro generale supremo e dell’intera Casa imperiale affermiamo altamente e liberamente che cosa siamo, non ci lasceremo minimamente smuovere da tale atto per gli attacchi velenosi dei nostri nemici».

Le mene degli avversari.

Una risposta che si fa attendere.

Proseguono febbrilmente i lavori del Congresso Eucaristico, mentre la stampa avversa lancia gli ultimi strali che fortunatamente non hanno presa. In uno dei passati giorni il giornale socialista Arbeiter Zeitung lanciava il «ballon d’essai» che un milionario ebreo avrebbe regalato al Comitato del Congresso Eucaristico mezzo milione di corone per avere non so quale onorificenza. La Reichspost rispose per le rime invitando il foglio socialista, che non è estraneo del tutto al mondo israelita, a fare il nome del famoso milionario ebreo. Sono passati parecchi giorni, ma il nome non è stato fatto, e non lo sarà neppure, per la semplice ragione che non esiste.

I socialisti possono dar prova del loro malumore, ma non scenderanno in piazza, perchè vi sarebbe modo di tenerli a dovere, prima di tutto; secondariamente, come mi faceva osservare un collega di parte liberale berlinese, poichè da trent’anni hanno fatto propaganda per acquistare il diritto di discendere in piazza, non vorranno negare questo diritto ai cattolici.

Quanto ai liberi pensatori, essi sono troppo pochi perchè si possa temerli, e sono troppo poco coraggiosi perchè si possa credere che si facciano avanti. Un solo timore sembra esistere per conto della polizia, timore non inerente al Congresso, e questo è dovuto al grande accentramento di anarchici venuti dal di fuori. Si teme appunto che qualcuno di essi possa essere mandatario di qualche mala azione. Si può essere sicuri però che la polizia prenderà tutte le misure che la gravità del momento impone.

È indubitabile che il Congresso Eucaristico Interna-