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234 IL BUON CUORE


Eminenza il Principe Cardinale Arcivescovo, L’entrata (i. Wollzeile 45) sarà gratuita dalle 9 alle 9 per i partecipanti al Congresso Eucaristico e che presenteranno la loro tessera.

Due Chiese, quella del Salvatore (Chiesa Votiva) e quella delle Salesiane, sono destinate durante il Congresso alla Esposizione del SS. Sacramento ed i fedeli di Vienna e i partecipanti al Congresso sono invitati a prender parte all’adorazione.

Dopo la Chiusa del Congresso vi sarà un pellegrinaggio di ringraziamento a Mariazell.

Il Legato Pontificio al Congresso Eucaristico di Vienna, l’Em. Sig. Cardinale Van Rossum partirà da Roma la mattina del giorno 9, ed alla sera sarà alla frontiera, e pernotterà a Pontebba.

Il Presidente del Comitato del ricevimento ed un inviato dell’Imperatore ossequieranno il Cardinale all’arrivo nel territorio austriaco.

Sua Eminenza arriverà a Vienna il giorno Io alle ore 3 del pomeriggio.

Una Commissione dei varii Comitati si recherà ad incontrarlo a Rekanvinki, a 25 Km. da Vienna.

Giunto alla stazione dell’Ovest, salirà in una vettura di Corte, traverserà Mariahil-ferstrasse, passando sotto un arco di trionfo innalzato in suo onore. Sulla piazza dell’Opera riceverà il saluto del Borgomastro di Vienna. Indi si recherà alla Cattedrale ove sarà ad attenderlo l’Em. Cardinale Nagl, Arcivescovo di Vienna.

Dopo di che prenderà possesso al suo appartamento nel palazzo imperiale.

Il Congresso Eucaristico di Vienna nella cronistoria dei Congressi Eucaristici occupa il trentesimo settimo posto, e non v’ha dubbio che riuscirà imponentissimo.

La partecipazione degli Italiani al Congresso.

Al Congresso prenderanno parte persone di ogni ceto e condizione: vi sarà largamente rappresentata l’aristocrazia romana colle principesche famiglie Aldobrandini e Lancellotti, e coi nobili signori conte Ottorino Gentiloni, presidente dell’Unione elettorale Cattolica Italiana, conte Macchi, e altri, colle signore contesse Bandini e Vallemani. L’aristocrazia milanese vi partecipa colla contessa Elisa Trivulzio Gallarati Scotti, colla nob. signora Radice Fossati, ecc., e col nobile Ippolito Annoni. La livornese vi ha i duchi di S. Elisabetta e contessa Mariscotti. La modenese, i conti Cantutti e Campori. La torinese, vi conta le famiglie dei conti Ciliè, Suchet ed altri.

V’interveranno il Patriarca mons. Passerini, gli Arcivescovi di Ravenna, Vercelli, Rossano, e i Vescovi di Piacenza, Asti, Aosta, Ausiliare di Cremona, Pontremoli, Lucera Sutri, Sant’Angelo dei Lombardi, Aversa, Mangalore, e titolare di Tani (vicario apostolico del Honan Nord Cina) nonchè gli abati di Montecassino, Cava dei Tirreni, Firenze e Modena e numerosi prelati della Chiesa e Curia Romana come: Mons. Angeli, Grazioli, Cerretti, D’Amico, ecc.; e di altre diocesi d’Italia, come: Mons. Del Soldato di Parma, Balteri di Casalmaggiore, Parri di Fabbriano, Merlino di Genova, Vinello. di Chiavari, Adriani di Cortona e Belgeri, Magi-
stretti, Polvara, il Rev. Can. don Roncoroni, il Rev. Prevosto don Luigi Marazzani di Milano. Sappiamo che interverranno anche il conte Paganuzzi. il cav. avvocato Salvi, ecc.

Tutte le regioni d’Italia saranno rappresentate al Congresso.



La Direzione del Buon Cuore è grata al Rev. Mons. G. Polvara che gentilmente ci ha favorito questi cenni del Congresso e si lusinga di pubblicare in seguito «le impressioni del Congresso» che si ripromette dal prefato Monsignore al ritorno da Vienna.


Il Cav. Dott. LORENZO BRERA

Una parola di sincero compianto suoni sulla tomba del Cav. Dott. Lorenzo Brera, spirato ad Angera il 2 corrente, dopo lunga e affannosa malattia.

L’avevamo visitato nella sua casa a Milano or sono circa tre mesi, e contava con un senso di fiducia di ritornare colle sorelle al soggiorno di Argera, dove lo scorso anno aveva trovato ristoro alla affranta salute, e dove sperava, invano, di ritrovarlo ancora.

Il Dott. Brera deve essere definito l’uomo spontaneamente e largamente generoso, nell’opera e nelle oblazioni. Noi ricordiamo specialmente ciò che ha fatto nell’Istituto dei Ciechi, nel quale esercitava l’ufficio di medico ordinario da quasi trent’anni.

Egli non solo provvedeva a quanto costituiva l’esercizio professionale del suo ufficio, ma circondava l’opera sua di affettuose prevenzioni, di minuti provvedimenti, in modo che l’ammalato si sentiva doppiamente confortato materialmente e moralmente. Non sempre i suoi desideri potevano essere soddisfatti dall’Amministrazione, per la ristrettezza dei mezzi: la difficoltà diventava pel Dott. Brera l’occasione di un nuovo e maggior bene: provvedeva ai bisogni degli altri coi mezzi proprî. La camera del medico nell’Istituto fu da Lui fornita di molti apparecchi di cura.

A Lui si deve pure la provvista di molti letti e accessori nelle due infermerie, maschile e femminile.

Quando venne proposta la fondazione di un Asilo Infantile, egli figurò tra i primi e più generosi benefattori. Per l’Asilo Infantile aveva una speciale predilezione: molti degli arredi furono da Lui provveduti: il nome della Famiglia Brera figura sui lettini dell’infermeria, e furono pure da Lui donati tanti altri oggetti che ne completano il servizio.

In occasione della Messa d’Oro del sottoscritto vennero fatte in vantaggio dei ciechi numerose offerte: il Dottor Brera figurò in una doppia categoria di oblatori: arricchì di nuovi arredi l’altare in Chiesa, e diede L. 1000 per l’erigenda Casa di riposo dei vecchi Ciechi.

Il Dottor Brera fu inoltre per molti anni medico all’Ospedale Maggiore, successivamente nel riparto dei pazzi e dei bambini: in favore dei bambini aveva anzi organizzata una regalia di consuetudine nelle feste di Natale. Aveva larga la mano, ma era ancora più buono il cuore.