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6 IL BUON CUORE


dirti che le pallottole non arrivavano che a cento metri di di stanza, ed una squadra sola di noi che rispose al fuoco, mandò colle gambe in aria 9 o 10 cammelli coi loro cavalieri. Gli altri via come il vento!

Insomma state certi che pericolo ce n’è poco avendo anche dalla parte del mare 3 corazzate e 5 torpediniere. Dunque per tornare al corrente, il tenente Marotta mi promise che se mi manderete i colori li terrà lui nella sua cassetta.

Dunque speditemi al più presto una cassettina con un assortimentino di colori, la spatola ed un po’ di assicelle non tanto grandi al massimo 4o X 50, che mi bastino per avere un ricordo del colore, il resto colle fotografie che farò mi sarà facile finirlo a Milano.

Mandate un po’ presto, perchè se è vero ciò che si vocifera, che cioè i richiamati alla fine dell’anno li mandano a casa non arrivo in tempo a far tanto.

Nel pacco poi mettete qualche cosa di buono che lo gusterò.

Sentite questa colta al volo:

Ore 2 della notte — in Africa — deserto — luna — tempo di guerra, ululati di sciacalli — gridii sospetti, in trincea pronti per un eventuale attacco nemico.... quattro o cinque milanesi di Gorla, di Garignano, di Pioltello, ecc. si raccontano delle favole di maghi e di fate come quelle che si narrano ai bambini. — Dunque il protagonista della storia dopo aver tagliata la testa al mago, che dormiva, e buttatala dalla finestra perché non potesse riattaccarsi al corpo, si trova davanti due feroci leoni che il mago aveva a guardia e taglia a loro pure la testa....

A questo punto una voce dalla trincea: — Dormiven però i duu leun? chiede «Ah! già, eè!» risponde il narratore e la storia continua con serietà ed interessamento tale che ne rimasi stupefatti! e dire che siamo nel 1911, in Africa ed in guerra! guarda quale disinvoltura dimostrano i nostri soldati!!!

Saluti, ecc.

Pozzi Sabri, 15-12.911.


Carissimi.

Ho atteso finora per scrivervi e potervi dire d’aver ricevuto i pacchi vostri. Mentre invece non ho avuto niente. Mi stupisce il fatto, perché Monti ha ricevuto i cinque che gli mandarono.

V’è però ancora un arrivo di posta prima di Natale, lunedì prossimo; sicuramente riceverò allora quanto mi avete mandato.

A mia volta volevo mandarvi qualche cosa di qui. Tutti quanti hanno comperato e spedito piume di struzzo, anelli, braccialetti d’argento, ecc.

Io non ne ho mandato uno, non perché mi sia dimenticato di voi o per non spender soldi, ma perchè sono tutte cose bruttissime, che non hanno niente a che fare con ciò che dovrebbe essere caratteristico del luogo. Gli oggetti d’oreficeria vengono tutti dall’Italia e le penne di struzzo, che sembrano d’oca, le fanno pagare forse più di quanto si possono pagare in un nostro negozio. Non mandandovi nulla credo d’avervi fatto il miglior regalo. Vi manderò però qualcosa di bello appena mi sarà possibile trovarne. Un anello d’argento per Lucio l’ho già comperato, ma credo sia l’unico che meriti; se non altro è caratteristico del luogo e relativamente antico. Dal lato che maggiormente ti riguarda caro Papà, ho perso la poesia dell’oriente: cento volte la fiera di Sinigalia. Non per questo però sono dispiacente di trovarmi qui. Lasciando per un solo istante il sentimento patriottico, che per molti è il solo che li rassegna, credetelo, fu per me una gran fortuna esser venuto qui. Mi pare che ritornerò uomo, uomo realmente e quasi quasi direi che chi non è stato in guerra non lo pub essere. Sono troppi i momenti belli che si provano, i cambiamenti di stato d’animo.

Oggi, per esempio, è per la nostra compagnia una giornata di riposo. Questa mattina si stava guardando il nostro corredo, disponendolo in mille modi, facendo mille volte passare per mano
gli oggetti di casa, ridendo della notte passata in trincea, scherzando tra due o tre fucilate che s’erano udite. Bum! una cannonata. Istintivamente tutti corrono alle armi ma non c’è nulla. Il cannone d’una nave ha segnato il mezzogiorno. Subito dopo ci allarma egualmente un incessante cannoneggiare delle navi. Ma si errompe subito in un grido di saluto. È Marconi che parte e lo si festeggia a cannonate. Il servizio mi ha fatto perdere una buona occasione. In città si fermò per due o tre giorni l’on. Nava che mi mandò parecchie volte a chiamare. Fatto sta che quando fui libero, lui era partito.

Una buona notizia: avendo noi fatto finora il maggior servizio agli avamposti, domani andremo in città come guarnigione e la vita sarà migliore; questo solo per il nostro battaglione. Fra noi soci abbiamo impiantata una cucina straordinaria; si fa a turno chi è di mensa e vi garantisco che io mi son già acquistato delle lodi. Se vedeste i nostri mobili, sono qualche cosa di bello.

Hanno composto un Comitato per un erigendo monumento ai caduti; ed io ho detto al Capitano mio che facesse sapere al suddetto Comitato che io mi presterei volentieri per il bozzetto artistico, incaricandomi anche, se credessero, di procurare chi eseguisse il monumento. Chissà che la cosa non vada. Di soldi ne hanno raccattati buona parte.

Un regalo che scommetto vi avrebbe fatto piacere sarebbe stato il mandarvi qualche mio lavoro, ma non sono stato cristiano da poter farne uno. Ne ho incominciati un paio, ma mi fu impossibile continuare. Spero poter far qualche cosa d’ora innanzi in città. Se non altro il servizio di guarnigione sarà metodico e potrò far calcolo sul tempo disponibile.

Ora vi faccio i più caldi auguri di felicità, di salute e di coraggio. È il primo Natale e Capo d’anno che passiamo separati, ma servirà a farci doppiamente gustare quelli che verranno. Mi raccomando: solo il sapervi allegri mi sarà di conforto grandissimo. Un po’ di diversivo nella vita ci vuole. Prendetevi tutti i baci che vi mando col cuore e siate sicuri che il Natale ed il Capo d’anno li passeremo assieme lo stesso, poiché non penserò che a voi. Baci dal vostro

Pierino.


«Il presidente domanda chi sia

sono prestinaio e non una spia».


È il brumista che canta mentre sta cucinando una milzetta truffata ai cucinieri.


Religione


Vangelo della domenica prima dopo l’Epifania


Testo del Vangelo.


E quando Egli fu arrivato all’età di dodici anni, essendo essi andati a Gerusalemme, seeondo il solito di quella solennità, allorchè passati quei giorni, se ne ritornarono, rimase il fanciullo Gesù in Gerusalemme, e non se ne accorsero i suoi genitori. E pensandosi, che egli fosse coi compagni, camminarono una giornata, e lo andavano cercando tra i parenti e conoscenti. Nè avendolo trovato, tornarono a Gerusalemme a ricercarlo. E avvenne che dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, che sedeva in mezzo ai dottori, e gli ascoltava e gl’interrogava. E tutti quei che l’udivano, restavano attoniti della sua sapienza e delle sue risposte. E vedendolo (i genitori) ne fecero le meraviglie. E la madre sua gli disse: Figlio, perchè ci hai tu fatto questo? Ecco che il padre ed io addolorati andavamo di te in cerca. Ed egli disse loro: Perché mi cercavate voi? Non sapevate, come nelle cose spettanti al Padre mio devo occu-