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il buon cuore 397

PEI FRATELLI AL CAMPO



Fra le ampie arcate de la Cattedrale
ove dianzi l’organo
s’intonava alla prece vesperale,
ombra e silenzio calano.

Lenti i devoti sfollano e d’intorno
fra un’invisibil nuvola
d’incenso, coll’estrema ora del giorno,
scende una pace mistica.

In fondo là nella Cappella austera,
che una votiva lampada
rischiara, emblema d’un desìo che spera,
v’è pur chi prega e palpita.

Una figura immobile di donna,
ritta nel nimbo tremulo
di luce, ov’è l’altar de la Madonna,
l’occhio vagante e l’anima

dietro una cara visïon lontana
medita e prega: un’aura
d’amor, di fede e di coraggio emana
dal suo bel volto nobile.

E accanto a Lei nell’intimo abbandono
d’un’ansia, d’uno strazio
che dir non può d’umana voce il suono,
altre prostrate pregano.

Madri e sorelle, fidanzate e spose
de’ tuoi guerrieri, o Italia,
e de’ Martiri tuoi le generose
nel nome tuo s’esaltano;

e ai fratelli che pugnano ed ai forti
che fra le bieche insidie
del nemico livor caddero morti,
l’egida eterna invocano.

Siccome ai dì che un popolo d’eroi
tutto insorgeva, o Italia,
l’ignominia a troncar de’ ceppi tuoi,
oh mira le tue vergini,

le donne tue levarsi oggi concordi,
a le novelle glorie
del tuo fato immortal sogni e ricordi
votar serene! ascoltale

votare a te come olocausto santo,
le pure ebbrezze, i gaudi
del focolare minacciato e infranto!
D’amor nomi ineffabili,

ed inconsunti aneliti d’amore
sui casti labbri fremono,
rompendo irresistibili dal core
gonfio per tante lagrime.

Questo tributo eroicamente pio
de le tue figlie, o Patria,
deh ti sia sacro com’è sacro a Dio!
Le coraggiose lacrime

del cuore che in sì lunghe ansie non langue
la tua corona ingemmano,
e ognor commiste de’ tuoi prodi al sangue
i tuoi colori eternano.


MOTTA MARIA.