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390 IL BUON CUORE


ECHI DI LOURDES

Siamo lieti di poter offrire ai lettori del Buon Cuore questo grazioso discorso sull’Immacolata, pronunciato a Lourdes l’otto dicembre del 1908; nei festeggiamenti del 500 dell’Apparizione, e ancora inedito per l’Italia.


Non avrà il mio nemico onde
rallegrarsi di me.

(Salmo XI, 11).

«Fra i titoli di gloria che formano l’eredità e il legittimo orgoglio d’una grande città, bisogna mettere senz’altro, ed in prima linea, l’onore di aver sostenuto numerosi e terribili assalti senza mai cadere in poter del nemico. Inutilmente egli diresse contro la valorosa città le sue formidabili batterie; invano egli spiegò miracoli d’audacia, di pazienza, di energia; nè il ferro, nè il fuoco, nè la scaltrezza, nè la violenza, nè il numero degli assedianti, nè la rabbia del cannone valsero ad aprire una breccia nelle mura di difesa. Libera, fiera, vittoriosa, la nobile città vede sventolare il suo stendardo immacolato al di sopra i bastioni, mentre il nemico disanimato per questa indomita resistenza, battendo in ritirata, si allontana confuso.

«Ah, questo è bello! E quando, negli annali della storia antica e contemporanea, noi ci incontriamo in qualche raro caso di così eroica resistenza, nostro malgrado si trasalisce d’entusiasmo e d’ammirazione.

«Ma ahimè! quante possiamo contare di queste città imprendibili, che mai, traverso i secoli, abbiano subìto l’onta d’essere state calpestate dallo stivale d’un insolente vincitore? Quante che, invincibili in passato, devo credere, si potranno lusingare che lo saranno anche in futuro? Dove troveremo noi la città che, senza menzogna e millanteria, possa scrivere nel suo blasone questo motto audace: Non avrà il mio nemico onde rallegrarsi di me?

«Lasciamo tutte le città costruite da mano d’uomo, siano pure fortificate secondo tutte le regole della strategia moderna. È nel mondo delle anime che bisogna cercare la città imprendibile. La città assolutamente vergine di ogni sorta di servaggio straniero, che mai apri le sue porte al nemico, che fu sempre fedele al suo Re, la creatura immacolata insomma, che tutti gli istanti della sua esistenza ha potuto dire: a Siate benedetto, o mio Dio, perchè mai, neppure un istante fuggitivo come il lampo, il vostro nemico ed il mio non ebbe e non avrà mai a trionfare su di me!» O Maria, concepita senza peccato, siete Voi, e Voi sola, la città sempre vittoriosa su cui non cessa mai di sventolare lo stendardo della più inviolabile purità! Non avrà il mio nemico onde rallegrarsi di me!

«D’essere così tutta pura senza tampoco l’ombra d’un’ombra, è il vostro privilegio il più caro, è la gran gioia del vostro cuore, — ma è pure la gran gioia di Colui che ha fatto di Voi il capodopera della sua sapienza e del suo amore infinito.

«I. È a Lourdes che Maria ha voluto rivelarci ella stessa la gloria più cara al suo cuore verginale.

«Sono ormai cinquant’anni, l’11 febbraio 1858 in alto della grotta detta di Massabieille, in una cavità somigliante a rustica nicchia, un’apparizione maravigliosa colpì d’un tratto e tenne in dolce incanto gli occhi d’una fanciulla sui quattordici, modesta e pia, Bernardetta Soubirous... Bernardetta, la cui memoria è sparsa dovunque in questi luoghi, il cui nome un giorno andrà ad unirsi nei sacri distici a quello di Santa Germana di Pibrac (1). Era l’innocenza sublime che si mostrava all’angelico candore.

«Un essere misterioso, un angelo od una donna, stava lassù, in bianca veste e fascia azzurra, col volto coperto d’un velo bianco, tenente nelle dita una corona di madreperla e d’oro, le mani giunte in una dolcezza ineffabile, d’una maestà sovrumana, d’una grazia e freschezza dai quindici ai diciott’anni.

«A tal vista Bernardetta dapprima si spaventò, ma subito dopo, rassicurata dallo sguardo e dal sorriso dell’Apparizione, le fu impossibile distogliere gli occhi rapiti dalla Signora così divinamente bella, e vedendo. la fare il segno di croce e sgranare il rosario, anche lei piamente si segnò e si mise a recitare la corona. Come ebbe finito, la visione sparì.

«Ma Ella ritornò, ritornò spesso: diciotto volte. E diciotto volte Bernardetta la potè vedere e sentire.

« — Era però una voce che udivi, o Bernardetta, una voce esteriore e sensibile?

« — Sì, io udivo colle mie orecchie come odo voi, ma quella voce non somigliava a nessuna voce umana; nessuna ha un timbro simile.

«Noi ti crediamo senza difficoltà, o Bernardetta.

«Senza dubbio tutta la dolcezza del cielo dovea passare dalle labbra della Signora nelle sillabe umane del dialetto guascone ch’Ella degnavasi usare per venire compresa da te!

«Ma il 25 marzo, fatta più ardita, più confidente, più famigliare colla Signora, Bernardetta osava insistere perchè finalmente si nominasse: a Signora, vorreste voi aver la bontà di dirmi chi siete e qual è il vostro nome? «Allora l’Apparizione, disgiungendo le mani, le abbassò dapprima verso terra, poi le riunì sul petto in un gesto di fervore, poi, gli occhi fissati in cielo, Ella disse: Io sono l’Immacolata Concezione.

«E Bernardetta che per la prima volta sentiva questo nome (ella non aveva fatto peranco la prima Comunione, ed a stento conosceva il suo Catechismo), Bernardetta che, non comprendeva punto il senso di ciò che sentiva, decise di portarsi subito alla volta della casa parrocchiale. Ma temendo di dimenticare o di al-

  1. Innanzi al tribunale ecclesiastico diocesano di Nevers si sta istruendo (è la prima fase del processo canonico) la causa di Bernardetta Soubirous, al chiostro suor Maria Bernardo. Ora il tribunale ha fatto aprire per le constatazioni occorrenti, la tomba di lei, posta nel convento delle Suore della Carità di Nevers dove la salma era stata collocata nel 1877, epoca della sua morte. La salma venne trovata intatta, pienamente conservata. Fu messa in nuova bara sigillata.