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IL BUON CUORE 389


TRIPOLITANIA



Al Maggior Generale Comm. Gustavo Fara.


Italia! Il fato ti creò regina
Ti fe’ guerriera il petto de’ tuoi figli.
S’inchina il lauro a te, la quercia inchina
Le sue fronde superbe nei vermigli

E volarono i prodi, balenando
Lampi da gli occhi, e fur pietosi e forti.
Come a danza volarono, cantando
L’inno di guerra in un sol voto assorti.

Solchi de la vittoria.
Italia, a te la gloria!

L’inno che audace romba
Con un clangor di tromba.

 

A te la gloria d’un audace voto
Che col ferro tu scrivi su le infide
D’Africa arene. Al gran pensier devoto
De’ figli tuoi lo stuol baldo sorride.

E l’oasi infida al tradimento usata
Li vide fulminar con la baldanza
Di chi l’insidia sdegna che celata
Stassi nell’ombra e silenziosa avanza.

Li avvince un sacro ardore
Li sprona alto valore.

Belli li vide in fronte
E ne fremè a le impronte.

 

Tu a lor dicesti: "Un lungo obbrobrio ha vinto
Un lungo pazientar; or sull’offesa
Scenda il punir e d’un’aureola cinto
Brilli il grande mio fat, e a la contesa

Le fiere impronte di conquista segno
Terror di traditori e di ribelli.
Cadean su quelle, di conquista pegno
Ed eran sposi, figli, eran fratelli...

Alta giustizia arrida.
Italia il turco sfida!"

Ma ’l seppero scordare
Di patria sull’altare.

 

Quanti son morti? In cor tu chiudi il pianto
O madre Italia che donasti i figli!
Ma dei lembi gloriosi del tuo manto
Che tanto caldo sangue fe’ vermigli

 

Vesti le forti salme
All’ombra de le palme!


Myriam Cornelio Massa.