Al Maggior Generale Comm. Gustavo Fara.
Italia! Il fato ti creò regina
Ti fe’ guerriera il petto de’ tuoi figli.
S’inchina il lauro a te, la quercia inchina
Le sue fronde superbe nei vermigli
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E volarono i prodi, balenando
Lampi da gli occhi, e fur pietosi e forti.
Come a danza volarono, cantando
L’inno di guerra in un sol voto assorti.
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Solchi de la vittoria.
Italia, a te la gloria!
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L’inno che audace romba
Con un clangor di tromba.
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A te la gloria d’un audace voto
Che col ferro tu scrivi su le infide
D’Africa arene. Al gran pensier devoto
De’ figli tuoi lo stuol baldo sorride.
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E l’oasi infida al tradimento usata
Li vide fulminar con la baldanza
Di chi l’insidia sdegna che celata
Stassi nell’ombra e silenziosa avanza.
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Li avvince un sacro ardore
Li sprona alto valore.
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Belli li vide in fronte
E ne fremè a le impronte.
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Tu a lor dicesti: "Un lungo obbrobrio ha vinto
Un lungo pazientar; or sull’offesa
Scenda il punir e d’un’aureola cinto
Brilli il grande mio fat, e a la contesa
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Le fiere impronte di conquista segno
Terror di traditori e di ribelli.
Cadean su quelle, di conquista pegno
Ed eran sposi, figli, eran fratelli...
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Alta giustizia arrida.
Italia il turco sfida!"
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Ma ’l seppero scordare
Di patria sull’altare.
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Quanti son morti? In cor tu chiudi il pianto
O madre Italia che donasti i figli!
Ma dei lembi gloriosi del tuo manto
Che tanto caldo sangue fe’ vermigli
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Vesti le forti salme
All’ombra de le palme!
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Myriam Cornelio Massa.