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308 il buon cuore
a me il mio bambino: ne sono lietissima, perchè avevo dovuto lasciarlo qui durante tutto il tempo del mio viaggio.

Ho fatto molte cose in questi ultimi giorni, ed ho provato la grande consolazione di rivedere tutti i miei. Umberto è cambiato più di tutti gli altri: s’è fatto alto ed ha aspetto d’uomo. Amedeo e Maria si sono fatti grandi anch’essi, sovratutto Maria; ma il viso non è mutato. Ho trovato Oddone in condizioni infinitamente migliori: cammina da solo, senza bastone, senza bisogno d’aiuto. Papà è ingrassato, malgrado le febbri che egli non cura.... Come mi sentivo felice di ritrovarmi in mezzo a tutta la mia famiglia! Sono stata al Santo Sudario ed ho avuto la gioia di fare la santa comunione alla Consolata insieme con Maria il giorno del suo matrimonio, sabato 27 settembre. Ci sono state molte feste, di cui avrei fatto volentieri a meno, perchè mi toglievano tutto il mio tempo, e quanto se ne ha così poco, si preferirebbe riservarlo per la propria famiglia e per gli amici. Forse amereste leggere il discorso di monsignor Charvaz per il matrimonio di Maria; ditemelo, e ve lo manderò.

Profitterò della stessa accasione per mandarvi un opuscoletto sulla frequente comunione, opera di monsignor de Ségur, interessantissima: parla veramente al cuore, mi ha fatto e mi fa sempre un gran bene: Io mi permetto di farvi partecipare al godimento dell’anima mia. Voi siete così buona ed io vi amo tanto che vi dico tutto. Come sono felice di avervi e di poter parlarvi così col cuore. Mi fa tanto bene. Ma bisogna che continui la storia del mio viaggio perchè siate al corrente di tutto. Partiti da Parigi il lunedì 22 settembre, arrivammo mercoledì sera a Torino. Bellissimo ricevimento. Umberto ed Amedeo ci aspettavano a Genova; papà, Maria e mio zio Eugenio, alla stazione di Torino. Rimasi a Torino sino a domenica mattina; poi siamo partiti per Genova e di là, il lunedì, ci siamo separati. Maria, che mio zio Eugenio aveva sposato per procura prese il cammino, del Portogallo accompagnata da Umberto, e noi abbiamo preso la via di Francia.

....A Londra, abbiamo visitato l’esposizione, che è superba: ma la città, malgrado tutte le belle cose che racchiude, mi ha lasciato una impressione piuttosto cattiva. E’ triste, fredda alla vista e così sporca. Ne sono poco entusiasmata, e poi trovo che la religione degli Inglesi opprime, per così dire, le loro città dove si vedono poche cose che facciano bene all’anima. Siamo però stati in una deliziosa chiesa cattolica. Oh i bei momenti che vi ho passati! Ed Eccoci di ritorno dal 2 novembre: vi assicuro che ne sono contenta. Ho ritrovato il mio piccino superbo. Egli è qui, vicino a me, che si trastulla nella sua culla: vi mando un bacio da parte sua. Datemi qualche particolare sulla vostra figliuoletta: il buon Dio vi ha accordato la grazia suprema di poterla allattare: io non l’ho avuta per l’angiolo mio.

Meudon, 29 settembre 1863 — Comincerò con una grande notizia. La nostra cara Maria, ieri all’una e mezzo, ha messo felicemente al mondo un maschio. Ne sono madrina io insieme col re Ferdinando, suo-
cero di Maria: il bimbo si chiamerà Carlo Ferdinando. Che felicità che tutto si sia svolto bene e che tutto sia finito! Vi assicuro che la notizia mi ha commossa profondamente; amo tanto Mrria che nulla di lei può lasciarmi indifferente. Mi pare di vivere un sogno, al saperla madre così giovane. Luigi è stato molto cortese, e si è affrettato a mandarmi notizie: Egli è eccellente, ed ama molto Maria.... Il mio Vittorio cresce a meraviglia, vi mando la sua fotografia: me ne occupo il più che sia possibile. Egli è tanto gentile; non cammina ancora da solo, ma aggrappandosi ai mobili fa qualche passo. Dice: papà, mamma, sì, e zia. E’ molto carino, l’abbiamo misurato qualche giorno fa; aveva 82 centimetri. Ha cinque denti, il sesto sta per spuntare: è piuttosto in ritardo, lo so ma pazienza, Dio vuole così. Mi trovo da due mesi e mi ci sento così bene, così tranquilla, così in pace: meno una vita che è proprio quella che mi piace. Il mio tempo è diviso tra il buon Dio, le mie occupazioni, mio marito, quando è con me, Vittorio, e poi leggo, scrivo, passeggio. La sera, al salotto, lavoro; insomma cerco di occuparmi come meglio posso, e vi assicuro che sono sempre molto felice.

Parigi, 3 giugno 1864 — Quale gioia quando non si vuole altro, che quello che Dio vuole, che riposo, che pace.... Quando si ama Gesù, si trova tutto: vi assicuro che sento questa verità per esperienza; nulla è desiderabile fuor che Lui solo. Più vado innanzi con gli anni e più amo il divino Maestro. E se voi sapeste come sono lieta, calma è tranquilla! Mi sembra che i peggiori eventi non potrebbero distruggere la mia felicità... La mia salute è, grazie a Dio, eccellente, purchè non mi stanchi troppo. Attendo il mio secondo figlio pel mese di luglio, e mi preparo come meglio posso cercando d’essere saggia. Non ho la minima paura. Vittorio sta bene, è buono, gentile ed obbediente.

Prangins, 9 dicembre 1865 — Eccomi di ritorno dal mio bel viaggio già da alcuni giorni. Provo il bisogno di scrivervi. Il nostro viaggio si è svolto benissimo sotto tutti i punti di vista: ho riveduto i miei e la mia cara Torino con gran gioia. Giunta il 25 ottobre, sono ripartita per Genova il 21 novembre. Ho dunque, passato un mese circa in questo paese ed in questa casa, così cara pei ricordi; ma se la mia Cocò ci fosse stata la gioia sarebbe stata ancora più grande. Ho visto quasi tutte le persone che conosco, voglio dire le più intime; insomma vi assicuro, che sono stata felicissima e molto dal lato della pietà. Ho trovato Maria quasi punto cambiata; sebbene non l’avessi rivista da tre anni. Ella è ancora più alta, magrissima, ma ha sempre lo stesso viso. E’ stata gentilissima con me; a sentirla discorrere di questo e di quell’altro, non le si darebbe molto di più dell’età ch’ella ha. Si occupa molto e nella maniera più commovente del suo bimbo: l’ho vista con il maggiore che è carino, e somiglia molto a suo padre.

Oddone muore....

Mio fratello Oddone è stato seriamente ammalato al tempo della sua dimora a Torino: di ritorno a Genova ha migliorato; ma ha preso freddo è di nuovo è