Pagina:Il buon cuore - Anno X, n. 38 - 16 settembre 1911.pdf/5


IL BUON CUORE 301


questioni filosofiche ed esegetiche, sulle quali l’operosissimo pensatore scrisse varie opere e lasciò inedite quelle intitolate Exemeron, pubblicate poi dal nipote biografo.

L’opera dello Stoppani come insegnante, fu altresì assai proficua, ad onta che il più geniale dei suoi allievi, l’ing. Emilio Spreafico, fosse per tempo rapito alla scienza, e sebbene la maggioranza degli allievi del Politecnico, assorbita dagli insegnamenti inerenti alla professione, potesse accordare soltanto un fugace interessamento allo studio della geologia.

Al chiudere del suo discorso, il prof, Taramelli stabilisce un breve parallelo tra lo Stoppani e quell’altro

pur geniale naturalista veneto, Gian Battista Brocchi,
del quale lo Stoppani medesimo lesse in Bassano, 1873, una assai eloquente commemorazione, mettendo in luce quelle stesse doti d’ingegno e di carattere per le quali la figura dello Stoppani campeggia eminente a sommamente simpatica tra le glorie scientifiche italiane.

Il comm. Taramelli — cresciuto all’ombra dell’abate Stoppani, benedetto da lui all’altare, or sono 43 anni, colla sposa che dell’allievo geologo diletto doveva essere l’angelo tutelare ed aiuto perseverante ed efficace

colla possanza dell’amore — non ha potuto no, in questo momento culminante, disgiungere il sentimento sacerdotale del Maestro dal sentimento del geologo scrutatore dei secoli, il dogma dalle scienze positive, e facendo un felice parallelo fra lo Stoppani e mons.

La Pliniana (Lago di Como)

Bonomelli, il quale, fiero dei suoi ottant’anni, attraversava in questi giorni la Svizzera per visitare i suoi emigrati italiani — disse: «Oh, quando, per l’armonia delle coscienze, per l’intero bene dell’Italia, aleggeranno nei seminarii spiriti grandi e sereni come quelli di Stoppani e Bonomelli?»

Densa di concetti e completa nella sua forma sintetica, la commemorazione fu seguita col massimo interessamento, specie quando l’oratore, coll’eloquenza dell’affetto, accennò all’amore dello Stoppani per il paese nativo e per i suoi concittadini.

Sulla piazza del Teatro, subito dopo il discorso del Taramelli, si forma un imponente, interminabile corteo, che si apre colle autorità, coi congressisti e colle rappresentanze delle associazioni lecchesi, e si va solennemente, come in pellegrinaggio, alla tomba dello Stoppani, nel cimitero ai piedi del brullo monte di San
Martino, dal geologo-poeta illustrato con tavolazza smagliante. La si depone una grandiosa e artistica corona di bronzo, omaggio al defunto della Società geologica italiana.

Il momento è commovente, specie per i molti che ricordano la buona imagine paterna del maestro. Riesce pure commovente il pellegrinaggio alla casa nella quale ebbe i natali lo Stoppani, dove la Società operaia di Lecco depone una splendida corona di fiori freschi.

Sul tardi, l’on. Nitti, l’on. Cermenati, le autorità e parecchi congressisti sono partiti in automobile per Somana, e là si è sciolto il voto dei professori della Università di Pavia, che hanno voluto deporre una corona sulla tomba del rimpianto prof. Carlo Riva, tragicamente morto nel compiere un’ascensione sulla Grigna.

La prima giornata del Congresso — giornata memo-