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190 IL BUON CUORE


novella. La coronazione di Giorgio V sarà sopratutto una solennità britannica imperiale, o, se vi piace meglio, imperialista. E sarà questo carattere eminentemente specifico che lo distinguerà dalle due cerimonie precedenti.

Gli stranieri — i barbari — vi assisteranno ancora, ma saranno semplici spettatori al banchetto, veramente estranei alla gran festa esclusiva della famiglia britannica. È per le colonie che la madre patria ha fatto le spese a suon di milioni: per esse ella riserba i suoi più dolci sorrisi, per esse ella dispiegherà le sue grazie.... E fra queste, naturalmente, le sue forze navali e militari: un modo come un altro per significare il gradimento della visita.... senza sottintesi incresciosi.

Rodolfo Rampoldi.

Semplici verità

Alle Donne del Popolo Italiano.

Dopo le Cose Piane di quel tesoro d’educatrice, che è la signora Maria Pezzè-Pascolato, ecco un’altra pubblicazione educativa, che porta in fronte il caro nome dell’esimia scrittrice veneziana, accomunato a quello d’una sua valente collaboratrice, signorina T. Combe, pseudonimo di Adèle Huguenin, la quale esercita nella Svizzera un vero apostolato a beneficio del suo popolo. Questo volumetto delle Semplici Verità, edito da G. Barbera di Firenze, conta 154 pagine e costa una lira. Ma quante belle, sante, utilissime verità contiene in ogni pagina, in ogni periodo!

Le Autrici si rivolgono alle Donne del Popolo Italiano con una praticità singolare, e, senza far prediche, colla forma eletta, coll’amenità del bozzetto, coll’opportunità dell’occasione, coll’efficacia e l’evidenza dell’esempio, con parlanti similitudini, provano quanto bene si possa fare e quanto male si possa evitare nel corso della vita in tutte le età e in tutte le condizioni. Sì, in tutte le condizioni, perchè le Semplici Verità, parlate dapprima tra amiche, in una piccola scuola di campagna, poi in una grande società operaja di città, sono tali da riuscire in pratica utilissime a tutti senza distinzione.

Ecco il sommario della preziosa pubblicazione:

I. — Semplici verità. — Se volessimo.... — La storia di un campo di sterpi e d’uno storno addomesticato. Il nostro peggior difetto. — Un proverbio di Re Salomone. — Quel che accadde all’Assunta. — Per far amare la casa.

II. — La tela di ragno. — Certe frange e certe amiche. — Bugie. — Un vecchio lupo. — Il Maggiore Romani. — La storia di Ceccone. — Altre mosche nel ragnatelo. — La famiglia Pini.

III. La fortuna. — La paglia e il piombo. — La fortuna principia dalla speranza. — Avanti che suoni la nostra ora. — Spinaci ed insalata. — I due fratelli. — Un terno al lotto. — La vecchia Vittoria e la bambola rotta.

IV. — La casa. — Leggendo i giornali. — Cercate la donna. — Una lucerna spenta e una spazzola che non si trova. — Sull’orlo del precipizio. — Per un geranio. — Il sacrificio dell’Edvige Galli.

V. — Il nemico. — Due sventurate. — Perché Ciencio Bianchi l’aveva con le donne. — Righetto. — Le spiegazioni del Maggiore Romani. — Il diavolo e l’acquavite. — La migliore difesa.

Riportiamo anche la bella pagina di Avvertenza, che l’esimia signora Pascolato fa precedere:

«Prima d’esser parole scritte in un libro, queste furono parole parlate, tra amiche, in una piccola scuola festiva di campagna, in una grande società operaia di città. Le ho riunite qui, perchè società operaie e biblioteche popolari sovente me lo domandano.

«Ma ne’ miei semplici discorsi della domenica, io solevo attingere ogni tanto ad una fonte preziosa; a certi fascicolini gialli, di cui nella Svizzera fu esaurito oramai più di un milione di esemplari.

«Pubblicando ora questo libriccino, avrei potuto fare due cose, tutte e due più facili e più sbrigative; ometterci soltanto i discorsi miei, o tradurre tal quali alcuni degli opuscoli gialli di T. Combe, la illustre scrittrice svizzera, che alla elevazione morale del suo popolo dedica da anni cuore ed ingegno.

«Appunto perchè la signorina Combe scrive per il suo popolo cose vere, pratiche, scrupolosamente esatte e precise, quegli eccellenti materiali non possono però servire, così come sono, al nostro popolo, che ha indole, abitudini, mestieri, leggi, istituzioni tanto diverse. E poi, per avvincere le ascoltatrici (chi abbia qualche pratica di simili riunioni lo sa), bisogna raccontare di aver veduto le cose da noi, coi nostri occhi, di averle udite coi nostri orecchi. D’altronde, troppo mi sarebbe doluto di rinunziare a quella parte dell’opera o dell’idea di T. Combe, che mi aveva aiutata nella mia modesta propaganda educativa.

«Ecco perchè alcune di queste pagine sono mie, altre sono liberamente adattate o imitate, più tosto che tradotte, tal volta prendendo soltanto uno spunto, un suggerimento, tal volta riproducendo larghi brani o racconti interi.

«T. Combe non è il nome vero: la scrittrice che dell’arte sua ha fatto un nobilissimo apostolato, si chiama Adèle Huguenin, e vive e lavora indefessamente in una pittoresca valle del Giura, nel Cantone di Neuchàtel. Mi è caro esprimerle qui la mia riconoscenza per la facoltà concessami di adattare al pubblico italiano non solo queste poche pagine, ma tutta la mirabile opera sua.

«La signorina Combe dice che per convincere bisogna piacere; e però questo primo volumetto è una prova. Se piacerà alle lettrici cui è destinato, un altro lo seguirà a breve distanza; parecchi altri, fors’anche. Ma bisognerebbe che fosse letto col cuore, come col cuore fu scritto, in un fervido desiderio di bene.

«Venezia, maggio 1911.

«Maria Pezzè-Pascolato».

Come si vede, la signora Maria (così è chiamata comunemente a Venezia la nostra autrice, perchè il suo nome dice tutto a tutti), anche in questa pagina, con quell’altruismo che la distingue, attribuisce gran parte del merito alla signorina Huguenin, e noi ammettiamo questa verità come tutte le altre che infiorano l’opera benefica delle due degne amiche. E qui vor remmo presentare qualche saggio delle verità che sgorgano dal principio alla fine del prezioso libretto come da una limpida sorgente, vorremmo dire una sorgente manzoniana, una sorgente di quel grande buon senso che