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IL BUON CUORE | 109 |
S. GIOVANNI, Cap. 11.
Pensieri.
«Signore, ecco, colui che ami è infermo.»
In poche parole abbiam qui un modello di preghiera! Che umiltà, che fiducia, nella semplice frase evangelica!
Leggiamola, meditiamola e poi confrontiamola con le preghiere che siam soliti udire, forse anche, che siam soliti recitare! Che ansia, pur in anime cristiane, di ottenere quel che si desidera, di chiedere minutamente le più piccole e terrene cose, di voler, quasi, strappar Dio a far quel che noi si vuole invece che elevarci a far quel che vuol Lui!
Signore, il tuo caro, che è anche tanto caro mio è infermo! Diciamo così, noi, davanti ai nostri intimi sofferenti ed oppressi, più: parrebbe, a sfogo, a sollievo dell’angoscia nostra che non per invocare Dio, che dovremmo sentire sempre vigile e paterno su noi?
O, invece, non tempestiamo il Signore, con invocazioni di guarigioni, di soccorsi, di miracoli? Come siam lungi dall’esposizione semplice dei nostri bisogni al Padre e dall’attesa fidente dell’intervento suo!
Ma la frase del Vangelo è, soprattutto la preghiera che ognuno di noi, guardando dentro di sè, dovrebbe ogni giorno ripetere. Signore, guarda come è malata quest’anima che tu ami tanto. Signore guariscila tu dalle sue molte, infinite miserie; Signore salvala tu! Oh, come a simile, schietta e pia richiesta risponderebbe la grazia purificatrice di Dio!
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«Questa non è infermità da morirne, ma per gloria di Dio.»
Queste parole mi fanno pensare ad una frase abituale a una persona molto provata e molto santa: tutto torna a bene per quelli che amano Dio!
Anche gli ostacoli, in mano sua, diventano mezzi! Come davanti alle parole vissute delle grandi anime cristiane si sente tutta la miseria nostra e la nostra piccolezza! Com’è difficile a noi l’osservare la vita sotto questa visuale di fede, di pietà! Dimenticare le pene nostre e non pensare che ai disegni provvidenziali di Dio! Oh, non basta ammirare i santi; è urgente industriarci di imitarli; è urgente scuoterci dal nostro torpore e deciderci, se vogliam esser cristiani per davvero, a romperla con i mezzi termini, le mezze misure, a romperla con i sentimenti e le consuetudini del mondo, per non vivere che secondo lo spirito.
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«Maestro, or ora cercavano i Giudei di lapidarti e ci vai un’altra volta.»
È una frase affettuosa, ma piena di prudenza umana; gli uomini divini di umane prudenze non sanno. Essi non badano al loro benessere, ma solo al bene, all’incremento della verità, al vantaggio delle anime, alla gloria di Dio!
Nella loro piccola saggezza e con le precauzioni escogitate da un ben piccolo cuore, gli uomini mediocri sanno non esporsi ai colpi dell’invidia e della maldicenza e, dal loro sicuro rifugio, biasimano, quasi, gli eroi che sono usciti a viso aperto contro ogni sorta di