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108 | IL BUON CUORE |
Pei semplici mortali che vogliono concedersi essi pure il piacere di andare a teatro senza avere un palco o una poltrona, la spesa è sempre relativamente forte; e bisogna dire però che è una spesa alla quale anche le fortune modeste si sottopongono volentieri, perchè tutti i teatri di Buenos Ayres — e sono circa venti senza calcolare gli innumerevoli teatri di varietà, cinematografi, sale di pattinaggio e varietà, ecc. — fanno eccellenti affari.
C’è poi un’altra occasione a spendere venuta di moda da poco tempo, che però ha assunto presto proporzioni allarmanti. Proprio in quei giorni in cui l’Italia riposava sotto la soffice pelliccia della bianca neve, in Argentina si era in piena stagione balneare, che, come dappertutto, mentre dovrebbe costituire un refrigerio sotto la canicola, viceversa non è che un eccellente pretesto a far sfoggio di toilettes, per passarsi il lusso di stare un mese o due all’albergo, spendendo qualche altra diecina di migliaia di pesos. In fatto di stazioni balneari, a dire il vero, la società dorata di Buenos Ayres ha poco da scegliere, non avendo che Mar del Plata e Montevideo.
Mar del Plata è per l’Olimpo finanziario. Come spiaggia lascia molto a desiderare; come bellezze naturali non c’è che qualche ombù magro magro, qualche eucalipto. Ma questo non importa. Oggi è di moda andare ai bagni a Mar del Plata e côute qui côute, bisogna andarci o dire di andarci, il che per la pubblica opinione è lo stesso, essendo più igienico per la borsa, se non pei polmoni.
La gente meno fornita o meno spendacciona, va a Montevideo, dove ci sono due splendidi stabilimenti, i Poçitos e la Plaga Ramires, con spiaggia magnifica e una natura assai più bella. Il solo guaio è — per un argentino chauvin — che questo ben di Dio non è argentino, ma sibbene uruguayano, o, come dice ogni buon argentino, della banda orientale, intendendo così che l’Uruguay non è che la parte orientale della Repubblica Argentina.
Li ho passati in rassegna tutti gli incentivi a spendere che mettono un argentino autentico fuori da ogni tentazione di.... risparmio? No. Dovrei parlarvi ancora delle gite sul Rio a Lujan, della passeggiata a Palermo, dei pick-nick al campo: dovrei parlarvi dei raffinamenti della moda e dell’eleganza che credo superiori a quelli che rendono celebre Parigi, di cui del resto Buenos Ayres non è che una fedele imitatrice; dovrei parlarvi di tante altre cose, ma allora invece di una corrispondenza dovrei scrivere un capitolo di un libro. Faccio dunque punto.
Però a questo.... punto mi accorgo che il lettore potrebbe ragionevolmente chiedermi, se a una persona di modesta fortuna, è possibile vivere a Buenos Ayres dal momento che si spende tanto.
Tranquillizzatevi mie buone massaie che domani forse valicherete l’Oceano per seguire vostro marito in cercaLa carne — e carne eccellente — costa 40 o 50 centavos il chilogramma; caffè, e zucchero costano assai meno che da noi, anche perchè in Argentina, quella nostra bella istituzione che si d’ce il dazio consumo non si sa che cosa sia; le lepri ve le danno in regalo, le pernici le avete per pochi centavos, il pesce è abbondante, buono e a buon mercato. È molto cara la verdura, ma le patate — le papas, una qualità speciale, eccellente — si hanno per poco. Il vino, se è vino di Mendoza, costa su per giù quello che costa da noi, non essendo però così buono; se vorrete passarvi il lusso di un fiasco di Chianti — sia Antinori o Mirafiori — lo dovrete pagare molto, però lo berrete migliore di quello che trovate nelle nostre città.
Carissimi sono gli affitti; ma viceversa con ciò che paghereste per l’affitto, potete in pochi anni diventare proprietari della vostra casa, se non nel centro della città, alla periferia, o nei dintorni, dove troverete modo di cercarvi il vostro home civettuolo in mezzo alla campagna, con un pezzo di orto, di giardino, dove i vostri figli potranno godersi il sole, e, quando c’è, il vento della pampa e bere le uova fresche dei vostri polli.
Giuseppe Serralunga-Langhi.
Religione
Vangelo della quinta domenica di Quaresima
Testo del Vangelo.