Pagina:Il buon cuore - Anno X, n. 13 - 25 marzo 1911.pdf/2

98 IL BUON CUORE


Per la festa delle ova di Pasqua

Offerte in denaro.

Donna Luisa Baroli |||
 L. 10 —
» Anna Gnecchi |||
   » 25 —
Signora Elena Beltrami Boselli |||
   » 25 —
» Annetta Sessa |||
   » 20 —
» Frida Cramer |||
   » 20 —
» Emma Ponti |||
   » 50 —
» Teresa Schoch e signorina Carla Tosi |||
   » 20 —
» Luisa Chiesa Cobianchi. |||
   » 50 —

Educazione ed Istruzione


FIUMANA D’ORO IN TERRA ARGENTINA


Come si spende e si spande oltre Oceano



La prima constatazione che voi fate, scendendo a Buenos Ayres, non è allegra.... per le vostre borse.

Avevate portato con voi, supponiamo, dieci mila lire, andate a un banco per convertirle in moneta del luogo e che cosa ricevete in cambio? Quattromila novecento cinquanta pesos. Il vostro capitale è bello e dimezzato.

Se però vi fosse rimasta l’illusione che con un pesos voi potevate procurarvi il doppio di ciò che vi potevate procurare colla liretta italiana, questa onesta illusione è votata a immatura e illacrimata fine. La carrozza che vi porta al prossimo restaurant, voi la pagherete un pesos per una corsa; al restaurant voi pagherete in pesos le consumazioni che in Italia pagavate colle suddette modeste e benemerite lirette, e via di questo passo.

Come in Italia si spendono lire, in Argentina si spendono pesos, ossia le vostre 10.000 lire non vi permetteranno in Argentina di procurarvi che la metà precisamente di ciò che vi sareste procurati in Italia.

Però passato il primo momento di sorpresa, queste miserie contabili voi le, dimenticate con molta spontaneità, e ben presto voi vi sarete argentizzati al punto da ficcare in tutte le vostre tasche quei biglietti rossi, verdi, gialli, che sono da un pesos, da cinque, da dieci, da cinquanta e da cento, colla stessa disinvoltura colla quale trattereste i biglietti del tram.

Il fare uso del portafoglio, è proprio dei forestieri: l’argentino vero terrà, sparso nelle diverse tasche, un piccolo patrimonio: le persone per bene quei biglietti li terranno per lo meno ripiegati per bene: il popolo invece, li accartoccia, li sgualcisce, proprio senza nessun riguardo per questo dio moderno, che in Argentina ha perduto da un pezzo ogni prestigio ed ogni dignità.

È vero che dinnanzi alla Caja Nacional de Conversion, dove sta in ben custodite arche, la riserva aurea che l’Argentina va ogni giorno accumulando (oggi ascende a 230.000.000), due sentinelle montano costantemente la guardia, come se quella fosse la casa di un sovrano, sovrano che non ama gli importuni perchè, se appena

vi fermate davanti al cancello che la chiude, subito le suddette sentinelle vi invitano più o meno cortesemente, ad andare pei fatti vostri. Questo è vero; ma però questo è proprio il solo ed unico atto di omaggio che in Argentina si tributi a Sa Majesté l’Argent.

In tutte le altre circostanze della vita di quel paese, povero argent, come ti strapazzano!

Ci saranno in Europa certamente città dove l’oro correrà più abbondantemente che in Buenos Ayres; ma credo che in nessuna città del mondo si apprezzi meno il valore de.... l’argent come nella capitale dell’Argentina. Ironia dei nomi e delle cose!

Se l’Argentina avesse la virtù del risparmio, sarebbe indubbiamente uno dei paesi dove la media delle fortune private raggiungerebbe le quote più elevate.

Ma, sì, andate a parlare di risparmio in una città dove le occasioni, anzi le provocazioni a spendere sono continue, vi incalzano da ogni parte, e non vi danno tregua mai.

Voi andate nel tram, ed ecco uno degli infiniti piccoli rivenditori di giornali, che fanno la funzione dei nostri chioschi, lesti come scoiattoli, che si insinuano tra voi e il vostro vicino e vi mettono nelle mani l’ultima puntata del Caras y Caretes, o del P. B. I.

Non c’è verso: bisogna prenderla. Sono quaranta centavos, ossia circa una lira che si è sfumata. La corsa in tram è lunga, avete quindi tempo di sfogliare le due riviste, e quando avete finito ecco un altro monello che vi offre l’Hogar o il Monos y Monodas. La copertina è attraente e poi, chissà, pensate, che in una delle tante incisioni di fotografie di attualità ci sia il vostro ritratto — tutti in Argentina possono avere il loro attimo di celebrità, costituito dalla riproduzione delle proprie fattezze sorprese in una istantanea qualsiasi — e voi comperate anche Hogar e Monos y Monodas. Sono altri quaranta centavos che se ne sono andati in compagnia ai primi e in compagnia ai dieci centavos della Nacion, ai cinque della Prensa, che voi comperate ogni mattina come nel pomeriggio comperate l’Argentina, la Razon, El Diario, la Gaceta, e alla sera l’Ultima Hora e qualche quinta o sesta o settima edizione di uno qualsiasi dei suddetti giornali.

Ma io mi fermo a parlare della spesa dei giornali, quando a questa nessuno ci bada! Tanto poco ci si bada che voi non vedrete nessuno nel tram, per povero che sia, che non abbia il suo giornale spiegato davanti al naso.

Questa è una delle caratteristiche di Buenos Ayres: l’enorme quantità di gente, anche nelle classi più modeste, che legge il giornale. Questo spiega la quantità grande di giornali grandi e piccoli che vivono nella capitale dell’Argentina, tutti, anche i meno diffusi, vivendo o vivacchiando perchè dove non basta l’abbonato o il lettore, giunge a turare le falle del bilancio la réclame.

La réclame in Argentina è qualche cosa di iperbolico. E questa è un’altra delle tante vie per cui il denaro qui si volatilizza.

È vero che la réclame è l’anima del commercio e quindi il denaro che in essa si spende è il meglio speso.