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IL BUON CUORE 69


— E, quando uscì dalla Chiesa, rasserenata e decisa, pensava con cuore leggiero, alla grata sorpresa che avrebbe procurato al marito, confidandogli la spontanea rinuncia al famosissimo Veglione, pregustava la serata buona che avrebbe, invece, passato co’ suoi cari.... si andava apparecchiando alla Comunione del giorno dopo (voleva riparare un po’ anche lei ora!) e che intendeva ricevere con sinceri propositi di rinnovamento interiore.

Ma, c’era un grosso guaio!... Come avrebbe arguta. mente sorriso, Don Pietro! E se avesse, per di più, attribuito alle proprie parole, alla propria influenza la risoluzione finale?... Povera Laura, che naufragio umiliante pel suo orgoglio di donna! Manco male che, rientrando nella sua dolce casa ridente, aveva già concluso: «Ebbene dirò a Don Pietro, proprio per la prima cosa: Sa? Lei aveva ragione. Al veglione, per quest’anno, non ci vado: anzi.... forse.... forse.... non ci andrò mai più!»

Spes.


Religione


Vangelo della domenica di Quinquagesima



Testo del Vangelo.

Il regno de’ cieli é simile ad un uomo il quale seminò nel suo campo buon seme. Ma nel tempo che gli uomini dormivano, il nemico di lui andò, e seminò della zizzania in mezzo al grano e si partì. Cresciuta poi l’erba venuta a frutto, allora comparve anche la zizzania. E i servi del padre di famiglia accostatisi gli dissero: Signore, non avete voi seminato buon seme nel vostro campo? Come adunque ha della zizzania? Ed ei rispose loro: Qualche nemico uomo ha fatto tal cosa. E i servi gli dissero: Volete voi che andiamo a coglierla? Ed egli rispose: No; affinchè cogliendo la zizzania, non estirpiate con essa anche il grano. Lasciate che l’uno e l’altra crescano sino alla ricolta, e al tempo della ricolta dirò ai mietitori: sterpate in primo luogo la zizzania, legatela in fastelli per bruciarla; il grano poi radunatelo nel mio granaio.

Propose loro un’altra parabola, dicendo: È simile il regno de’ cieli a un grano di senapa, che un uomo prese e seminò nel suo campo: la quale è bensì la più minuta di tutte le semenze; ma cresciuta che sia, è maggiore di tutti i legumi, e diventa un albero, dimodochè gli uccelli dell’aria vanno a riposare sopra i di lei rami.

Un’altra parabola disse loro: È simile il regno dei cieli a un pezzo di lievito, cui una donna rimescola con tre staia di farina, fintanto che tutta sia fermentata. Tutte queste cose Gesù disse alle turbe per via di Parabole: nè mai parlava loro senza parabole, affinché si adempisse quello che era stato detto dal Profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, manifesterò cose che sono state nascoste dalla fondazione del mondo. Allora Gesù, licenziato il popolo, se ne tornò a casa: e accostatiglisi i suoi discepoli, dissero: Spiegaci la parabola della zizzania nel campo. Ed ei rispondendo disse loro: Quegli che semina buon seme, si è il Figliuol dell’uomo. Il campo è il mondo: il buon seme sono i figliuoli del regno: la zizzania poi sono i figlioli del maligno. Il
nemico che l’ha seminato, è il diavolo: la raccolta è la fine del secolo: i mietitori poi sono gli Angeli. Siccome adunque si raccoglie la zizzania e si abbrucia, così succederà alla fine del secolo. Il figliuolo dell’uomo manderà i suoi Angeli; e torranno via dal suo regno tutti gli scandali, e tutti coloro che esercitano l’iniquità; li getteranno nella fornace di fuoco: ivi sarà pianto stridore di denti. Allora splenderanno i giusti come il sole nel regno del loro Padre. Chi ha orecchio da intendere intenda.

S. MATTEO, cap. 13.


Pensieri.

«Signore, non hai seminato buon seme nel tuo campo? Come mai c’è il loglio?»

Quante volte vien fatto di ripetere, a noi stessi o ad altri, una simile angosciosa e meravigliosa domanda!

Ma Signore, non hai messo buon seme nel cuore degli uomini? Perchè tanta malvagità in essi? Signore, non hai dato Cristo agli umani: perchè tanti orrori nelle società cristiane? Signore, non hai benedette e curate in modo ineffabile le anime de’ tuoi discepoli: perchè tanto male in loro? Signore, non hai lasciato lo spirito di Gesù nella tua chiesa: perchè tanta miseria anche tra suoi figli?

Lo scandalo, che queste domande rivelano, dice però la devozione, la fede anche, sebbene non senza limitazione, di chi lo prova.

Eppure questo scandalo è in parte giustificato: quello che è, che noi vediamo con gli occhi nostri e tocchiamo con le nostre mani, non dovrebbe essere!

Non dovrebbe essere tanta malvagità nel cuore di uomini civili, non ci dovrebbero essere tanti orrori e tante ingiustizie nelle società evolute e progredite, non non ci dovrebbe essere tanto male nei popoli cristiani. Che ciò sia è un disordine: da che, da chi proviene?

«Uomo nemico ha fatto tale cosa!» Anche fra noi è stato un nemico, lo spirito del mondo, che ha saputo insinuarsi, infiltrarsi, velarsi, nascondersi, sedurre e poi mostrarsi a viso aperto, imporsi e aver perfino degli adoratori!

E i servi gli dissero: «Vuoi che andiamo a coglierlo?»

Ed egli rispose: «No, chè cogliendo il loglio, non strappiate anche il grano. Lasciate che l’uno e l’altro crescano sino alla mietitura».

Nella nostra piccola e impaziente smania di ordine di bene noi vorremmo eliminati e tolti all’istante i mali da cui abbiam dolore, dai quali ci viene scandalo amarezza.... e, anche a noi, pare una provvida e sapiente voce praticamente risponda: Attendete! E, nell’attesa, bene e male si urtano, lottano.... a vicenda soccombono o escon vittoriosi.... ma con lento cammino fra le tenebre si fa strada la luce e la verità trionfa, a grado a grado dell’errore...

Cadono gli agitatori di idee, ma l’idea vince ed impera; muoiono i buoni nel dolore inflitto loro dai tristi, ma la bontà riceve dal loro martirio nuovi e meravigliosi splendori, ma la virtù loro attira misericordia e luce sul capo stesso degli oppressori!

Oh, sì, si svolgano le forze che commuovono il mondo ed ognuna si sviluppi secondo le proprie leggi.... l’amore e la verità trionferanno e più sarà stato atroce duro il martirio dei buoni e più, per esso, sarà minimo il numero dei malvagi!

Dal male ricavar frutto sì degno è proprio solo di una amorosa sapienza, di una divina sapienza amorosa!