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Anno X. Sabato, 14 Gennaio 1911. Num. 3.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —Cristina Giustiniani Bandini. La donna e la formazione del carattere — D. Pietro Gorla. Una linea della fisonomia spirituale di S Carlo — La moralità nel teatro — I bachi da seta — Delle cattive letture, poesia.
Religione. —Vangelo della Domenica seconda dopo l’Epitania Pensieri — Per l’Asilo Infantile Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi.
Società Amici del bene. —Appello — Pei malati dell’ospedale — Pei Carcerati.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Diario.

Educazione ed Istruzione


La donna e la formazione del carattere

nella relazione della principessa Giustiniani-Bandini.



Sul tema prescelto dall’«Unione fra le donne cattoliche d’Italia»: responsabilità della donna nella formazione del carattere individuale fondamento d’ogni religiosa e civile educazione, la illustre presidente generale dell’Unione, principessa Giustiniani Bandini, viene alle seguenti conclusioni:

I. La nostra Patria non sarà mai grande, nè civilmente, nè religiosamente, se non avrà forti coscienze e bene temperati caratteri individuali.

Vanteremo tutte le apparenze d’una grande nazione, ma non la sostanza; conteremo molti milioni d’italiani invadenti l’antico e il nuovo mondo, ma poche anime veramente italiane.

Potremo spiegare una forte azione elettorale e quando saremo riusciti a mandare alla Camera un rilevante numero di deputati onesti e sicuri, non per questo saremo convinti che una volta raggiunto il loro scopo, una volta arrivati, non siano degli arrivisti, e non si lascino trascinare dalla corrente e piegare a considerazioni di un’opportunità che ne mascheri la pochezza dell’animo, se non la viltà.

Potremo svolgere un’intensa azione economica, ma se quest’azione economica non avrà insieme la forza di una vigile azione morale, tutte le nostre conquiste rappresenteranno soltanto la miglior carta che il socialismo ha per il suo giuoco.

Applaudiamo di gran cuore al vagheggiato centro di coltura nazionale e ci proponiamo indirizzarvi le nostre migliori speranze, i giovani delle scuole universitarie e tutta la gioventù maschile ricca di promesse per una forte azione religiosa e sociale, ma se non sapremo indirizzarvi coscienze granitiche, palpitanti di vita cristiana, raccoglieremo numerose defezioni, e la scienza raggiunta da pochi, non sarà di nessuna efficacia pel bene comune.

II. In questo lavoro di educazione la donna ha la sua parte di responsabilità.

Non tutta, perchè da quando le tolsero a forza i figli per mandarli, bambini ancora, alla scuola e quando l’ingerenza dello Stato avrà financo profanato l’insegnamento primario e violati i primordiali diritti della famiglia e del comune, questa sua responsabilità è stata e sarà sempre più menomata. Ma quei diritti son sacri ed inviolabili; noi non dobbiamo impunemente lasciarceli strappare; e così risorge più grave la nostra responsabilità. V’è poi una parte di responsabilità della quale le leggi umane non potranno mai esonerarci, perchè è inerente alla stessa natura femminile: la responsabilità che ci viene dallo stesso fascino che la donna esercita sull’animo dell’uomo, dall’influenza sensibilissima che esercita su tutto l’ambiente sociale. Non si sopprime la madre, non si respinge la donna; e la madre fa i costumi e la donna domina le leggi.

III. La donna deve però essere educata, nel più profondo senso della parola, per potere educare.

Non s’improvvisa quella educazione che fa buone madri e vere educatrici e purtroppo non sempre l’educazione che la donna riceve è pari al compito che le appartiene. L’educazione qual’è data oggi alla donna la spinge verso nuovi orizzonti, non scevri da pericoli. Si vuole per lei una maggiore coltura e l’avviano verso le aule universitarie e i salotti intellettualistici dove, se non armata di molta e profonda coltura religiosa, perde spesso quel fascino muliebre, superiore ad ogni altro, quella pietà squisitamente cristiana fattasi da secoli natura della donna italiana, senza la quale l’anima