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IL BUON CUORE 383


Opera di Assistenza agli Operai Italiani

emigrati in Europa e nel Levante

VI.

L’Opera nel Lussemburgo.

Segretariato di Esch nel Lussemburgo. — In quell’importante bacino minerario ove sono disseminati circa 9000 Italiani era più che mai necessario stabilire un Segretariato operaio. Fin dal 1902 l’Opera, superate non lievi difficoltà, riuscì a dar vita e sviluppo a due uffici, che per circa un anno funzionarono simultaneamente a Esch e Dudelange. Più tardi, alla fine del 1903, e sempre per cura dell’Opera di assistenza, fu eretta la Chiesa italiana ad Esch. L’Opera nostra, largamente appoggiata dall’autorità consolare e sostenuta dall’autorità locale, potè in breve estendere la sua benefica azione sui diversi centri d’emigrazione nei dintorni di Esch.

Oltre alle pratiche comuni a tutti i Segretariati, l’ufficio di Esch, deve disimpegnare mansioni quasi consolari, p. es. richieste, operazioni di leva, passaporti, traduzioni di carte civili ecc., ciò che gli conferisce una importanza affatto speciale. In un locale concesso dal comune di Esch, funziona, per cura del Missionario, una scuola italiana frequentata da circa 50 ragazzi. Per le tristi condizioni del lavoro (gli operai devono lavorare per turno giorno e notte) non si poterono istituire scuole serali, circoli e società. Per le stesse esigenze inesorabili del lavoro diurno e notturno la vita di famiglia resta quasi ridotta al nulla, con grande pregiudizio dell’educazione dei figli. Per dare un’idea dell’ambiente morale basti ricordare che a Esch, città di 12000 abitanti, vi sono più di 200 osterie, un’osteria ogni 60 abitanti! L’Opera d’Assistenza — le cui benemerenze vengono riconosciute dal Governo locale — è riuscita se non altro, a mettere in soggezione il disordine ed il vizio fra questi operai.

La crisi dell’industria siderurgica, che ha causato quest’anno l’esodo di più di 3000 operai italiani, persiste tuttora e riserva ancora tempi difficili alla nostra emigrazione. Il Segretariato di Esch si è adoperato e si adopera ad impedire una troppo abbondante emigrazione in quei luoghi.

VII.

L’Opera in Austria.

Segretariato di Innsbruck per il Tirolo tedesco. — Le linee ferroviarie austriache che fanno capo ad Innsbruck sia per la loro posizione geografica, sia per le speciali facilitazioni nei prezzi del viaggio, sono le più frequentate dagli operai italiani. Il passaggio annuale raggiunge almeno i 70000. All’avvicinarsi della stagione invernale quasi tutti rimpatriano; si può quindi avere un’idea dell’immane movimento emigratorio in quella stazione e dei molti inconvenienti che vi si devono produrre a danno degli operai.

L’Opera da due anni impiantò in quell’importante punto di passaggio un Segretariato permanente, il quale
ha cura degli Italiani del luogo e durante il passaggio degli emigranti si adopera per dare le necessarie indicazioni di lavoro, formare le comitive, affinchè godano dei ribassi nel viaggio, aiutare gli emigranti con le opportune indicazioni. La vigilanza del rappresentante dell’Opera in stazione ha giovato finora ad eliminare vari abusi consistenti principalmente nelle frodi del cambio, nel maltrattamento da parte degli impiegati ferroviari. Nei primi mesi di passaggio quest’anno il rappresentante dell’Opera ad ogni arrivo di treni comunicava agli operai le notizie sulla disoccupazione, sulla crisi di varie industrie, sui ribassi dei salari, sulle minaccie di scioperi e serrate, riuscendo così a far ritornare indietro molte squadre e ad evitare un pericoloso affollamento di operai nei luoghi di maggior disoccupazione. Per le informazioni di lavoro detto Segretariato è in diretta corrispondenza con gli uffici di confine (Ala, Tezze) e con gli altri Segretariati di Costanza, Basilea ecc.

Nell’ufficio del Segretariato vengono trattate varie pratiche (un migliaio all’anno) riguardanti il collocamento, il ricupero di salari, indennità d’infortunio ecc.

Recentemente il R. Commissariato cedeva all’Opera la gestione del piccolo ricovero, che già prima aveva cominciato a funzionare in Innsbruck sotto la sorveglianza della Società di M. S. e del R. Consolato. Il dormitorio popolare si troverà quanto prima unito nella stessa casa al Segretariato, all’ufficio di cambio esercito da una Banca, alla cucina economica. Queste diverse istituzioni riunite assieme porteranno preziosi vantaggi ai nostri emigranti sottraendoli a tutte quelle forme di sfruttamento che per lungo tempo si esercitarono senza controllo a loro danno. I risultati conseguiti dall’Opera — malgrado le difficoltà che si incontrano in un centro come Innsbruck — sono molto considerevoli e danno ragione a bene sperare per l’avvenire.

Degli uffici di Tezze e di Ala — appartenenti a territorio austriaco — si parlò in capitolo speciale riguardante le stazioni di confine.

VIII.

L’opera in Francia.

i. — Tra le colonie italiane in Europa quelle di Marsiglia è la più numerosa. Nel 1896 Marsiglia contava 72 299 italiani; questo numero crebbe sino 120.000 nel 1906, data dell’ultimo censimento. Quantunque gli Italiani rappresentino il 30 per cento della popolazione totale, la corrente emigratrice non accenna punto a diminuire, grazie alla facilità crescente dei mezzi di trasporto ed alla floridezza delle industrie e dei commerci in quella importante città marittima. A questa importanza numerica della colonia non corrisponde una pari importanza morale ed economica, poichè manca l’elemento colto e la colonia è quasi esclusivamente composta di operai di ogni categoria. L’immigrazione italiana acquista in parte, col progresso del tempo, carattere permanente. Se i guadagni sono discreti, altrettanto elevate sono le spese necessarie alla sussistenza.