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284 IL BUON CUORE


con una donazione inter vivos — aggiungeva alla massa rilevante del milione di Molly un’ingente offerta del suo allo stesso scopo della grande benefattrice; poi un’altra persona che volle serbare l’incognito, alla sua volta vi fece altra aggiunta.

Ora il paesello di Bath non risuona che dalla parola della riconoscenza ai suoi benefattori illuminati; è laborioso, tranquillo, agiato, sopratutto morale. La famiglia restituita alla sua condizione di società non disciolta o dispersa da nessuna necessità brutale, ma unita e raccolta, e vigilata dall’amoroso sguardo di chi ne è stata costituita da Dio l’angelo custode, la donna, rifiorisce di onestà e di vigore fisico, è contenta d’una felicità quale solo può ottenersi alle condizioni d’un ritorno coraggioso, senza egoismi abbietti, senza indegne cupidigie, allo stato in cui fu messa originariamente da Dio, traducendo in stupenda realtà ciò che sarebbe sembrato nulla più che ridente sogno dorato di un dilettante di filantropia, di sublime umanesimo.

Augusta Maxwel-Hutton

Proibire i matrimonii fra sordo-muti?


I giornali hanno dato notizia della strana cerimonia computa il 22 agosto ultimo scorso al municipio di Alessandria, cioè del matrimonio di certo Vincenzo Fasolis d’anni 28 con Adele Moi d’anni 20, ambedue sordo-muti; analfabeta lo sposo, ma cognita del leggere la sposa. Ad ogni modo il padre della sposa fece da interprete benissimo compreso. I due sposi erano lieti e sorridenti.

Ora, di simili fatti si occupano, oltre i cronisti, anche gli studiosi di medicina e di sociologia; che dichiarandosi assolutamente contrarii al matrimonio tra sordo-muti, arrivano persino a invocare un intervento dello Stato per regolare questo contratto. «Se lo Stato può proibire il matrimonio fra parenti per i danni che ponno derivare alla società, così pure potrà proibire il matrimonio fra sordomuti, qualora si provi che tali unioni siano di danno sociale».

Dunque un nuovo impedimento dirimente il matrimonio (civile, s’intende).

Intanto a legittimare l’accarezzata proibizione occorrerebbe un dato assoluto di fatto: che cioè i figli di genitori sordo-muti nascessero anormali; e questo dato manca; perchè, di solito, i figli di sordo-muti sono udenii e parlanti. Ma si danno dei casi in cui la sventura si ripeta nei nipoti e non per regola, ma solo per eccezione. Ebbene, davanti a questa minima e rara percentuale d’una sventura più grave in apparenza che in realtà; che non danneggia dei terzi; che coi metodi d’istruzione e coll’istruzione diffusa oggidì sempre più in largo per opera di filantropi generosi e infinitamente ridotta anche nei rapporti sociali, sfidiamo le persone che hanno senno e cuore, se si sentono di negare ai sordomuti un così sacro e dolce diritto di amarsi, di stringersi in società coniugale, di sostenersi a vicenda
e farsi innanzi fiduciosi e lieti a impegnarsi nella lotta per la vita.

Ad ogni modo ci sorprende tanta tenerezza per la normalità morale e fisica dei nascituri fino a calpestare i più sacri diritti dei sordo-muti — mentre d’altra parte ci sarebbe da occuparsi di ben altri genitori e di ben altri probabili danni sociali derivanti alla e dalla loro prole; accenniamo ai genitori tubercolosi, ai genitori affetti da malattia vergognosa, che si uniscono legalmente; e poi ai tubercolosi e agli affetti da malattia vergognosa che si uniscono diciamo così... di frodo, ed extra legem.

Invece di sciupare il tempo nel prendersela con innocui ed innocenti sordo-muti, che puniti ingiustamente per tanta tempo con una segregazione crudele dalla società, ora finalmente, coll’istruzione si mettono in grado di partecipare alla nostra vita e alle nostre soddisfazioni, e col matrimonio arrivano finalmente a cogliere il fiore della felicità che Dio creò, destinò anche per loro — checchè vadano cianciando con dotte frasi i medici e i sociologi dalle vedute di giustizia e previdenza sociale limitate — perchè non predicare, ma sul serio, ma venendo ai ferri corti, un’altra crociata, per la contenzione del libero amore a base di libertinaggio, per la riduzione dei matrimoni a base di malattia vergognosa, per la sparizione o quasi dei matrimonii a base di tubercolosi? Teorici che molestate e minacciate degli innocenti sordo-muti — se avete delle energie da consumare, dello zelo, delle risorse da mettere a contributo di bene, altri campi si aprono alla vostra filantropia; entratevi animosi, generosi, che vi sarà facile mietere e comporre ricchi manipoli di bene sociale, di cui tutti senza eccezione vi loderanno, vi renderanno azioni di grazie.

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Concorso a premio per canzonette popolari


Il Comitato Centrale Italiano per la pubblica moralità ha deliberato di aprire un concorso a premio per canzonette popolari, nell’intendimento di iniziare un lavoro di purificazione del canto popolare, che ognuno sa quanto sia oggi inquinato di immoralità.

La canzonetta vincitrice, e con essa quelle altre che eventualmente ne appariscano meritevoli, saranno fatte musicare e diffuse in ogni modo possibile. Ecco il regolamento e le norme per il concorso.

1.º E’ aperto un concorso a premio per il testo di una canzonetta popolare destinata, dopo che sarà messa in musica, a essere diffusa nel popolo italiano, per sostituirvi quelle sconce che, troppo spesso, si cantano oggigiorno.
2.º Ogni canzonetta presentata al concorso deve soddisfare alle seguenti condizioni:
a) Sia morale, cioè priva di qualunque parola o idea meno che corretta dal punto di vista del costume, ma non sia una esplicita lezione di morale.
b) Sia rispettosa degli ideali di religione, di pa-