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188 IL BUON CUORE


Religione


Vangelo della domenica quarta dopo Pentecoste



Testo del Vangelo.

Il Signore Gesù disse ai Farisei: Eravi un certo uomo ricco, il quale si vestiva di porpora e di bisso, faceva ogni giorno sontuosi banchetti; ed eravi un certo mendico, per nome Lazzaro, il quale pieno di piaghe, giaceva alla porta di lui, bramoso di satollarsi dei minuzzoli che cadevano dalla mensa del ricco, e niuno gliene dava; ma i cani andavano a leccargli le sue piaghe. Ora avvenne che il mendico morì, e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco, e fu sepolto nell’inferno. E alzando gli occhi suoi, essendo nei tormenti, vide da lungi Abramo, e Lazzaro nel suo seno, esclamò e disse: Padre Abramo, abbi misericordia di me, e manda Lazzaro che intinga la punta del suo dito nell’acqua per rinfrescare la mia lingua, imperocchè io sono tormentato in questa fiamma. E Abramo gli disse: Figliuolo, ricordati che tu hai ricevuto del bene nella tua vita, e Lazzaro similmente del male: adesso egli è consolato, e tu sei tormentato. E oltre tutto questo un grande abisso è posto tra noi e voi: onde chi vuol passare di qua a voi, nol può, nè da cotesto luogo tragittar fin qua. Egli gli disse: Io ti prego dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, imperocchè io ho cinque fratelli, perchè gli avverta di questo, acciocchè non vengano anch’essi in questo luogo di tormenti. E Abramo gli disse: Eglino hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli. Ma disse egli: No, Padre Abramo, ma se alcuno morto anderà ad essi faranno penitenza. Ed egli gli disse: Se non ascoltano Mosè e i profeti, nemmeno se risuscitasse uno da morte, non crederanno.

S. LUCA, Cap. 16.


Pensieri.

C’era un ricco che vestiva porpora e lino finissimo e banchettava allegramente ogni dì, e c’era (bisogna notare tutti i particolari) un povero, chiamato Lazzaro, coperto di piaghe, che stava alla porta del ricco, chiedendo le bricciole che cadevano dalla mensa; ma nessuno glie ne dava e i cani venivano a leccargli le piaghe.

Qual’è il giudizio che con questa parabola Gesù ci stimola a dare?

Ecco la domanda del Maestro: E’ preferibile la condizione del povero, ma giusto, o quella del ricco, ma malvagio?

Nel Vangelo non è detto che il povero fosse giusto e il ricco malvagio; non è detto, ma è sottinteso.

Per comprendere il Vangelo bisogna giudicarlo non con i criteri nostri, ma con quelli del tempo; bisogna metterlo nel suo ambiente storico. Ora Gesù non conosce ricchezza buona, nel Vangelo non se ne parla. Allora povero era sinonimo di buono e ricco di malvagio. Ecco il perchè di quella frase: non entra ricco in Cielo!

Che rispondere alla domanda di Gesù?

I filosofi, gli stoici avrebber scelto la condizione del mendico.

Il povero virtuoso è felice, perchè possiede la verità e la giustizia; il ricco, senza di esse, è un miserabile straziato da rimorso.

Ma questa considerazione non induce un uomo a rinunziare ai beni reali per quelli ideali; un confronto fra questi beni d’ordine così diverso non ha efficacia.

Gesù non parla da filosofo e risponde così alla domanda: aspettate la fine. Muore Lazzaro ed è portato dagli angioli nel seno d’Abramo (in Paradiso); muore il ricco e va all’inferno.... C’è dunque un compenso nella vita futura.

Il povero, che soffre pene non meritate, avrà gioie eterne; il ricco, che gode piaceri immeritati, avrà eterne pene.

Gesù istituisce un paragone fra beni sensibili e così muove efficacemente la volontà.

Ma chi assicura della vita futura? È quello che dice l’Epulone ad Abramo.

Ho cinque fratelli nel mondo, illusi come me: lascia che Lazzaro vada ad essi e li tolga dal loro inganno. Ma Abramo risponde: Hanno Mosè e i profeti; se non credono ad essi non crederanno nemmeno a Lazzaro risorto.

L’uomo ha la testimonianza del futuro nell’esperienza, nell’esempio dei profeti, degli uomini di Dio, dei Santi, che, per i beni eterni, han calpestato ogni cosa terrena, han dato e danno, generosi e grandi, la vita del corpo e ciò che della vita corporea ha valore anche maggiore.

Qual’è il segreto della carità inesauribile, della umiltà ineffabile, della generosità magnanima dei Santi, qual’è?

È la fede loro, è il futuro per essi già attuoso, che essi esperimentano già!

Così essi passan quaggiù, araldi del cielo, messaggeri dello spirito. La loro vita è la nostra rivelazione! Quanto dobbiamo ad essi, che con la luce che irradia dalla loro virtù, ci attirano, ci invitano alla meditazione la quale ci strappa dalle parvenze caduche della felicità per mostrarci l’eterna! che con la loro parola vibrante e ricca d’esperienza interiore, ci comunicano quella vita che è la vita eterna!

Oh, i Santi, sono i veri grandi, i veri benefattori dell’uomo! inchiniamoci ad essi; essi solo continuano nel mondo l’opera salvatrice di Gesù!

L’Eucaristia e la Consacrazione degli Altari

Curiose pratiche della Chiesa medioevale


(Contintuazione, vedi n. 22).


Oltre a questi, parecchi altri esempi appaiono, che a mala pena si presterebbero a equivoci. Che, là dove tale uso vigeva, il S. Sacramento dovesse venir amministrato in taluni casi dopo morte, era quasi una inevitabile conseguenza; e, per quanto l’opinione della maggioranza più sana riprovasse il costume, ci doveano