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124 IL BUON CUORE


informazioni speciali, dobbiamo aggiungere vivissime congratulazioni al venerando sac. cav. dott. Antonio Ceruti per la distinzione avuta testè a Roma coll’udienza privata accordatagli da Sua Santità Pio X.

Dalla Biblioteca Ambrosiana alle prossime feste commemorative di S. Carlo ed all’eremo di Cernobbio, dove — nella paradisiaca Flora — il nostro don Antonio si concede un ben meritato riposo, il discorso fu condotto con reciproca soddisfazione alla nuova chiesa, che, su quella ridente sponda del Lario, per la munificenza degli egregi conjugi cav. Luigi ed Elisabetta Dell’Orto, venne eretta ed ora è da tutti ammirata nella bellezza artistica ed austera delle sue linee di puro stile lombardo-bizantino.

Il Sommo Pontefice colmò il distinto sacerdote milanese di benevole espressioni e volle che riportasse una memoria della visita offrendogli una bella medaglia come ricordo e benedizione. Ritornando poi sull’argomento della nuova chiesa di Cernobbio, Sua Santità porse un’altra medaglia a don Antonio, incaricandolo di consegnarla ai coniugi Dell’Orto.

Vadano al venerando sacerdote, che si avvia con invidiabile giovinezza alla messa di diamante, i nostri omaggi, le nostre felicitazioni e gli auguri affettuosi, che contiamo ripetergli presto a viva voce nel regno di Flora.

a. m. c.

Per l’Asilo Convitto Infantile dei Ciechi


OBLAZIONI.

Somma retro L. 104667 20

N. N. |||
   » 50 ―

SOCI AZIONISTI.

Prima rata.

Principessa Madeleine Barbiano di Belgioioso d’Este |||
   » 5 ―
Contessa Fanny Barbò Barbiano di Belgioioso d’Este |||
   » 5 ―

Seconda rata.

Madame de Nisard |||
   » 5 ―

Quarta rata.

M.r de Nisard |||
   » 5 ―
Signora Clelia Ferranti Pasta |||
   » 5 ―
Signorina Carlotta Ferranti |||
   » 5 ―

Quinta rata.

Principessa Madeleine Barbiano di Belgioioso d’Este (2 azioni) |||
   » 10 ―
Principessa Matilde Barbiano di Belgioioso d’Este |||
   » 5 ―
Principe Emilio Barbiano di Belgioioso d’Este |||
   » 5 ―
Marchesa Guerrieri-Gonzaga |||
   » 5 ―
Marchese Guerrieri-Gonzaga |||
   » 5 ―
Signorina Elisa Belli |||
   » 5 ―


Totale L. 104782 20




Ricordatevi di comperare il 13.mo fascicolo dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI che esce in questa settimana.



I funerali di Don RUA

Don Rua ha avuto in morte un trionfo, che ha annientato ogni tentativo settario del passato e del presente, costringendo anzi, gli organi d’ogni partito a intessere biografie più o meno esatte, ma tutte improntate dall’argomento suggestivo d’una vita umile e straordinariamente benefica.

Così abbiamo assistito al fenomeno raro di giornali così detti liberali, o avversi ad ogni idea religiosa, che hanno inneggiato a don Rua, uomo religioso per eccellenza, con efficacia maggiore di quella dei giornali cattolici.

I funerali di don Rua furono un avvenimento straordinario per Torino, e la Stampa torinese e perfino la Gazzetta del Popolo dovettero constatarlo, ammettendo i grandi meriti, le grandi virtù e le grandi opere del pio defunto.

Don Rua è stato degnamente commemorato in tutto il mondo civile, e il Governo italiano, sciogliendosi dai lacci della burocrazia e da altri ancor più aggrovigliati, ha concesso subito al mite e potente benefattore una sepoltura speciale, accanto al di lui predecessore don Bosco.

Significante questa armonia che difficilmente trova riscontro, un’armonia che è un inno grandioso al merito di un uomo non solo, ma altresì a quello di una corporazione religiosa, la corporazione dei Salesiani.

Completiamo queste brevi riflessioni col seguente articolo, che spicchiamo dalla Perseveranza.

I Salesiani.

A don Michele Rua, come già a don Giovanni Bosco, il mondo intiero, ufficiale e no, diede spontaneo di questi giorni il tributo di ammirazione e compianto. E la salma del grande quanto umilissimo prete passò tra una solenne commoventissima apoteosi di popolo, di quel popolo che primo vide sorgere, tra difficoltà immense, insuperabili fuor che per una vera tempra d’apostolo, l’opera di don Bosco, che la vide affermarsi e grandeggiare in Italia ed all’Estero, svolgendo un superbo programma di vasta redenzione sociale, che va dal fanciullo sperduto nella strada al selvaggio della Terra del Fuoco, da questo all’emigrato, ai lazzaretti dei lebbrosi, dove, nell’assistenza del morbo terribile, più di un salesiano ebbe a lasciare la vita.

I Salesiani, pur tra il dolore dell’irreparabile perdita, debbono essere ben lieti delle odierne mondiali manifestazioni, di quest’immenso caldo afflato di simpatie che li avvolge, di quest’elogio che loro arriva da ogni classe sociale senza che s’oda, nell’universale concerto, neppure una nota stonata. E ciò li deve a mille doppi ricompensare della guerra iniqua, a cui, negli ultimi tempi, l’odio settario li fece segno. La tempesta potè abbattersi furibonda sull’albero, ma oggi esso s’erge diritto, carico di foglie e di frutti, nella gloria del sole.

Ed è bene che sia così. Non solo pel trionfo dell’innocenza, caro a ogni buon cittadino, ma perchè sarebbe stato sommamente doloroso che un’ombra di macchia qualsiasi fosse scesa sopra un’istituzione che, mentre