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IL BUON CUORE 85


tossi a’ suoi piedi, e dissegli: Signore, se eri qui, non moriva mio fratello. Gesù allora, vedendo lei piangente e piangenti i Giudei che eran venuti con essa, fremè interiormente e turbò se stesso e disse: Dove l’avete messo? Gli risposero: Signore, vieni e vedi. E a Gesù venner le lagrime. Dissero perciò i Giudei: Vedete, come ei lo amava. Ma taluni di essi dissero: E non poteva costui, che aprì gli occhi al cieco nato fare ancora che questi non morisse? Ma Gesù di nuovo fremendo interiormente, arriva al sepolcro, che era una caverna, alla quale era stata sovrapposta una lapide. Disse Gesù: Togliete via la lapide. Dissegli Marta sorella del defunto: Signore, ei puzza di già, perché è di quattro giorni. Risposele Gesù: Non ti ho detto, che se crederai, vedrai la gloria di Dio? Levaron dunque la pietra, e Gesù alzò in alto gli occhi e disse: Padre, rendo a te grazie perché mi hai esaudito. Io però sapeva, che sempre mi esaudisci; ma l’ho detto per causa del popolo che sta qui intorno: affinché credano che tu mi hai mandato. E detto questo, con voce sonora gridò: Lazzaro, vieni fuora. E uscì subito fuora il morto, legati con fasce i piedi e le mani, e coperto il volto con un sudario. E Gesù disse loro: Scioglietelo, e lasciatelo andare. Molti perciò di quei Giudei, che erano accorsi da Maria e da Marta e avevano veduto quello che fatto Gesù aveva, credettero in Lui.

S. GIOVANNI, Cap. 11.


Pensieri.

Gesù lascia che l’amico suo muoia, mentre avrebbe potuto evitare, un grande dolore alle sorelle di Lazzaro. Egli rimane lontano dalla casa dell’infermo.

Perchè Iddio non interviene sempre ad impedire il male? Perchè non ama? Gesù amava Lazzaro!

Riconosciamolo, una delle prove più difficili da superare, che riesce, a volte, una vera tentazione, è appunto vedere il male, il dolore, imperversare nel mondo, far strage degli uomini, martirizzare anche i buoni? Sentirsi innocenti e calunniati; vedere persone virtuose, virtuose fino all’eroismo, sconosciute e perseguitate è davvero terribile....

Chi di noi sa questa pena può dire come, quanto sia atroce! E allora sorge minaccioso, quasi domanda di sfida, il grido angoscioso: Ma ci ama Dio?! In questi stati d’animo ogni parola umana deve tacere, perchè solo Dio può, alla sofferenza ch’Egli solo misura, rispondere con parola che non irriti e non nuoccia.... solo Dio che parla parole divine può osare rivolgere un motto d’aiuto alle anime provate così!....

Son momenti tenebrosi.... ma che nelle anime religiose non hanno il sopravvento mai! Pur nello strazio del martirio esse sentono dentro la sicurezza dell’amore di Dio.... e questa sicurezza ineffabile li rende forti, sereni, grandi!

Oh, se si volesse esser più raccolti, più interiori, e osservar davvicino le grandi manifestazioni della vita spirituale!

Con che rispetto ci avvicineremmo a ogni anima santa! Nessuna visione quaggiù, le può stare alla pari!....

Se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto.

Quanta fiducia amorosa esprime questo lamento e come dovette tornare accetto a Gesù!

Beati coloro che sanno lagnarsi con Dio senza lagnarsi di Dio!

Questo è il segreto di una religiosità profonda, di una intimità amorosa che trasforma anche il dolore!...

Ricordo tante voci di rassegnazione forte, di accettazione docile d’ogni affanno più crudo, ripetute da anime addolorate, con davanti agli occhi e nel cuore l’immagine di Gesù.... Di Gesù, come essi, piagato, oppresso, sconosciuto, abbandonato! E nell’intima unione con Lui, vivo ne’ secoli, le anime pie, traggono forza, traggono coraggio per sè, alimento alla loro vita interiore e, con il loro esempio, gettano la luce più fulgida che possa risplendere per i fratelli....

Gesù ha patito più di me. Egli è stato trattato peggio di me! Ah, quando simili frasi risuonano sulle labbra di persone crocifisse, sia nel corpo, sia, ed è ancor peggio, nell’anima, a noi non rimane che inchinarci; che inchinarci davanti alla rivelazione dello spirito di Gesù che vive ne’ suoi eletti!

Oh, sapere gli strazi ineffabili e le ineffabili, divine dolcezze! Piangere lagrime di sangue, ma spiritualmente abbandonati nel cuore di Cristo!... Sapere che l’ora del supremo dolore è anche quella della più intima unione con la divinità!...

Chieder pietà e sentirsi insieme l’oggetto d’un indicibile amore! Mio Dio, mio Dio.... Com’è misterioso, grande l’azione divina in noi.... Adoriamo, taciamo, godiamo....

Gesù ridona la vita a Lazzaro. Col prodigio egli si fa conoscere il Messia — ottiene la sua gloria, o, meglio, quella del Padre, ma insieme procura una gioia alle sorelle di Lazzaro, gioia che non avrebbero esperimentata se Gesù avesse guarito il loro fratello infermo.

Senza l’esperienza dei mali non possiamo apprezzare il bene. Chi non fu mai ammalato non valuta il bene della salute come chi l’ha riacquistata.

Dopo lunga assenza è più gradito il focolare domestico: dopo lontananza triste è più caro il ritorno fra i propri cari. Chi errò nella colpa, apprezza poi a mille doppi la pace e la gioia della rinnovata coscienza.

Il ritorno all’ovile d’un prodigo figliolo è gioia suprema al cuore d’un padre.... V’è maggior gioia in cielo per un peccatore che si pente che non per novantanove giusti che non abbisognano di penitenza.

Io sono la risurrezione e la vita.

Questo ha significato Gesù con la risurrezione di Lazzaro. Noi ripugnamo alla morte, e la morte è inevitabile!

Unico conforto verace per noi morituri è nella religione, nel sentimento di una vita eterna, che costituisce la nostra fede — fede che è sostanza delle cose sperate — che, pur nell’esiglio, ci fa pregustare le gioie della patria!