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IL BUON CUORE 67


6. Questo vialone richiamerebbe nella bella stagione carozze e automobili, come un tempo le carozze sui bastioni di porta Venezia; e coi due marciapiedi laterali, riboccanti di spettatori, formerebbe uno spettacolo imponente e attraentissimo che il pubblico darebbe a sè medesimo.

7. Il bello avrebbe indirettamente ma infallibilinente raggiunto anche l’utile, cioè l’estirpamento della teppa, punto di partenza della infelice proposta dei villini. Come potrà annidarsi ancor la teppa nel Parco, quando il Parco è nella sua parte centrale invasa dal pubblico, che può deviare ad ogni istante, da tutti i lati, rendendo vive anche le parti più riposte e segrete?

Tutti questi vantaggi si riuniscono per noi a formare un tale vantaggio, che dovrebbe creare un plebiscito di universale approvazione.

Non saremo seguiti? Pazienza.

Che fare?

Quello che i milanesi rifiutano di godere in realtà, lo godremo da soli, con quelli che la pensano con noi, in immaginazione; ripetendo col poeta il verso:

«Dolce pensando un suo pensier romito».



AL CANADÀ

Una bella adunanza, per soggetto assai interessante, ebbe luogo nella sala delle Società scientifiche del noto palazzo di via San Paolo.

Si trattava di un convegno combinato dal Consiglio Nazionale delle Donne Italiane per udire la parola della distinta signora Giulia Bernocco Fava Parvis, la quale aveva gentilmente accettato l’incarico di manifestare le impressioni da lei provate al Canadà quale delegata al Congresso delle Donne.

Un pubblico distinto — in gran parte femminile — aderì all’invito diramato dalla gentile presidente signorina Lisa Noerbel, la quale presentò con bellissime parole la signora Parvis.

Una voce armoniosa, una pronuncia chiarissima, una forma piana ed elegante contribuirono a rendere assai piacevole la narrazione della distinta signora, la quale, infatti, con una spontaneità simpatica, ha parlato circa un’ora in forma narrativa, evitando il tono cattedratico della conferenza.

Commovente riuscì la descrizione delle accoglienze avute da lei, come delegata italiana, al Canadà, e interessante l’accenno rapido alle feste, all’intreccio armonico di tutte le delegate, simboleggiato anche dalle bandiere, tra le quali spiccava una, striscia di seta bianca colla scritta in oro sintetizzante il programma del Congresso: Fate agli altri ciò che vorreste fatto a voi stessi.

L’oratrice, senza il sussidio di note, passò da un argomento all’altro in maniera deliziosa, accennando anche ai lavori compiuti dille delegate e da lei, che potè approfittare di opportune occasioni per far sentire la
riconoscenza degli italiani a tutte le rappresentanze per ciò che tutto il mondo civile fece, con grande slancio di solidarietà, all’uopo di lenire le conseguenze del disastro calabro-siculo.

Sull’argomento della beneficenza nel Canadà, dell’igiene, dell’assistenza, della spedalità e del ricovero ad infelici, la signora Parvis citò ad esempio un immenso e austero fabbricato, nel quale l’angelo della carità dispiega le sue ali, incominciando dai fanciulli abbandonati o bisognosi di cure per finire ai vecchi poveri.

La gentile dicitrice, accennando alle donne congressiste, seppe difenderle con frasi spiritose dagli attacchi maschili e ricordando gli emigrati italiani da lei veduti, ebbe note commoventi ed efficacissime.

In fine si fecero bellissime proiezioni, specialmente per mostrare il Niagara in tutte le sue manifestazioni in estate e in inverno e in tutti i punti più impressionanti.

Le spiegazioni della signora Parvis completarono il trattenimento, e il pubblico non mancò di manifestare alla valente dicitrice la sua viva soddisfazione.

A. M. C.


ANDREA HOFER

Ricorreva, domenica, 20 corr., il centenario della fucilazione di Andrea Hofer, l’organizzatore dell’insurrezione del Tirolo contro i bavaresi e della lotta dei tirolesi contro l’esercito di Napoleone, giustiziato a Mantova per ordine di Eugenio Bonaparte, vice re d’Italia.

Noi ricordiamo volentieri questo fatto, perchè torna di aperta confutazione a coloro che vorrebbero porre dissidio tra il sentimento patrio e il sentimento religioso; che anzi vanno innanzi e affermano che il sentimento religioso, inclinato per natura alla pace e alla rassegnazione, mal si accorda collo slancio e col valore patriotico.

Innumerevoli esempi, anche nel martirologio del risorgimento nazionale, depongono apertamente in contrario: non è però inutile richiamare un fatto nel quale il patriotismo più puro si concilia e si afforza col sentimento religioso più profondo. Il trovarsi questo fatto presso coloro che furono per tanto tempo nostri nemici nel rapporto politico, non toglie nulla alla sua importanza e bellezza. Il bene, da chiunque si compie, è sempre bene.

Hofer non si attendeva si grave condanna, cionondimeno accolse la sentenza con una rassegnazione cosi ammirevole da commuovere i testimoni alla triste scena. Al generale Bisson che si offerse di salvarlo purchè si ponesse a disposizione del grande Còrso, Hofer rispose con un rifiuto categorico e sdegnoso dicendo che sarebbe stato fedele all’Austria fino all’ultimo istante.

La seguente frase di una lettera diretta all’amico suo Puhler de Neumarkt prova quanto calmo e sereno egli