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36 IL BUON CUORE


bile e talvolta guasta e confusa con la pagana, non solo vive tuttora, ma per alcuni rispetti vigoreggia. Penso altresì che dopo il buio e le molte tempeste sorgerà di nuovo più splendido il sole della civiltà dataci da Cristo e dalla Chiesa, e sarà anzi più bella e più diffusa che non fu innanzi. La civiltà cristiana ai nostri giorni non è trionfante, com’era nel Medio Evo, sibbene battagliera, e, in alcuni luoghi, ha delle sconfitte; ma i trionfi, anche che non li vediamo sempre sotto i nostri occhi, non le mancano. Moltissimi per orgoglio, per miscredenza e per altre passioni oggidì movendosi contro Cristo e la sua chiesa fanno guerra anche alla civiltà cristiana. Ma se essa per alcuni rispetti è ora offuscata, per altri, ha fatto anche, senza dubbio, visibili progressi.

La nuova e mirabile solidarietà delle nazioni nel beneficare quelli che soffrono, l’abbondanza stessa dei benefizii, quella tolleranza buona per la quale la carità si estende a tutti e anche agli infedeli, i grandi sforzi per evitare le guerre, benchè se ne accrescano i mezzi, sono, innegabilmente, frutto della cività cristiana.

(Continua).


UNA CONFERENZA

di S. E. Monsig. Filippo Perlo sull’opera di civilizzazione dei Missionari della Consolata nell’Africa Equatoriale.


Promossa da un Comitato che, mirabile a dirsi è notevole a constatare, riuniva con benefiche dame autorevoli uomini politici del campo liberale, concordi nel riconoscere e nell’apprezzare al suo giusto valore l’opera non meno umanitaria che patriottica esercitata dai Missionari torinesi della Consolata nelle inesplorate regioni del Kenya, di cui monsig. Perlo fu nominato di recente Vicario Apostolico, questa Conferenza attrasse nel gran salone della Borsa quanto v’ha di più eletto nella capitale del Piemonte, e tutto l’uditorio sceltissimo per tre ore ascoltò intento la parola chiara del giovane Vescovo di Maronia, parola suadente che illustrò le 30o proiezioni luminose rievocando scene, paesi, figure e costumi di quelle genti selvagge fra le quali egli, pioniere ardito e magnanimo di civiltà, per primo apparve portando col messaggio divino della fratellanza cristiana la fulgida promessa d’un’era nuova.

Ed è in nome d’Italia che le rosse tribù del Kikùju benedicono ai loro apostoli, è in nome d’Italia che questi benediscono il verbo del verace progresso, è nel soave idioma d’Italia che le piccole bimbe dell’orfanotrofio laggiù fondato dai Missionari, salutarono la Duchessa Elena d’Aosta recatavisi da Mombasa; e il tricolore italiano che sventola su quelle ardue cime domate da questi emuli del Massaia.

Applausi vivissimi scrosciavano ad ogni patriottico accenno, ed un imponente ovazione salutò la commovente chiusa della magnifica Conferenza, che parve suggellare un novo patto fra la civiltà e la fede, fra la religione e la patria.

L’oratore fu presentato al pubblico — oltre mille persone,
fra cui le autorità cittadine — dall’avvocato Marcello Arduino, consigliere dell’Associazione Monarchica, noto anche a Milano come dotto scrittore e conferenziere valente, e mons. Perlo non poteva desiderare una più bella e splendida introduzione alla sua Conferenza.

L’Apostolo della Kenya è ripartito in questi giorni per l’Africa tenebrosa, salutato dal plauso di tutta la cittadinanza.

Riportando qui appresso il Comitato Promotore, aggiungiamo in seguito il giudizio non sospetto dell’onorevole Gustavo Chiesi su queste Missioni importantissime.

Cont.ª Marianna Balbis Sambuy.
Signora Irene Berardi-Quirico.
Donna Matilde Caramagna-Carpani.
Contessa Giulia Ceriana Mayneri-Jacini.
Signora Teresa Ceriana.
Contesssa Maria Colli di Felizzano-Di Bagnasco, Dama d’onore onoraria di S. A. R. I. la principessa Lætitia.
Contessa Clotilde Della Chiesa-Claretta.
Contessa Amalia di Canosio.
» Paolina di S. Secondo.
Donna Bea Engelfred-Pio di Savoia.
Contessa Giannina Faà di Bruno, Dama di S. A. R. la Duchessa
di Genova.
Contessa Olga Gambaro.
» Lidia Gazzelli di Rossana, Dama di S. A. R. la Duchessa di Genova madre.
Contessa Fanny Martini di Cigala.
Donna Elvina Medici.
Marchesa Irene Pallavicino-Mossi, Dama di S. M. la Regina.
Baronessa Alessandra Perrone di S. Martino-Castelnuovo.
Contessa Lidia Radicati di Passerano.
Contessa Adele Ricci Faà Bruno.
» Celeste Rosa di San Marco.
Marchesa Lavinia Scati-Grimaldi di Casaleggio, Dama di S. M.
la Regina.
Contessa Amalia Visone-Rasini di Mortigilengo.
Donna Antonietta Vittorelli-Casalini.
Barone Giuseppe Accusani di
Retorto, Tenenae generale.

Marchesa Luisa Solaroli Briona.
Conte comm. Alessandro Antonielli d’Oulx e di Costigliole.
Avv. Marcello Arduino.
» Attilio Begey.
» comm. Paolo Boselli, Dep. Ing. Emilio Bruno.
Dott. prof. comm. Luigi Ciartoso, Deputato.
Conte Luigi Provana di Collegno, Gentiluomo di Certe di S. M. la Regina.
Conte avv. Alessandro di Rovasenda, Deputato.
Marchese Marco di Saluzzo di Paesana, Deputato.
Avv. cav. Alberto Geisser, consigliere comun.
Ing. comm. Giuseppe Goglio, Deputato.
Conte avv. Remigio Della Chiesa d’Isasca.
Conte Giacinto Lovera di Maria di Caraz.
Barone don Antonio Manno.
Prof. comm. Dino Mantovani, cons. comun.
Comm. Carlo Marchese, Vice Ammiraglio.
Dott. comm. Giuseppe Montaldo, Cons. prov.
Avv. ing. prof. Carlo Montù, Deputato.
Avvoc. comm. Leopoldo Ostermann, primo Presidente della Corte di Cassazione.
Avv. comm. Romualdo Palberti, Senatore.
Conte avv. Eugenio Rebaudengo, Deputato.
Avv. comm. Venanzio Sabbione, Presidente dell’Unione Liberale Monarchica.
Prof. comm. Ernesto Schiapparelli.

«Ai missionari italiani della Consolata spetta il vanto di essere penetrati per i primi nel cuore di quella vasta ed inesplorata regione (K kùjù-Kenia) e d’avervi portato le prime voci ed i primi segni della civiltà.

«L’opera dei Padri della Consolata è opera indubbiamente alta e civile che onora il nome italiano, e