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IL BUON CUORE 35


La Religione Cattolica e la Civiltà1

Chi pensa oggi alla religione cattolica e la studia non può fare a meno di considerarla nelle sue relazioni con quella nobilissima civiltà nuova, che ha preso il nome di civiltà cristiana, perchè nata da Cristo e da Cristo senza interruzione mirabilmente nutrita. Di essa, egregi uditori, v’intratterò alquanto, anche perchè oggi, tra i frutti mirabili dell’albero del Cristianesimo, quelli che sono più universalmente graditi e più si conformano alla condizione delle nostre menti, sono i frutti civili.

Allorchè gli Apostoli cominciarono a predicare, due civiltà erano in onore, cioè la greca e la romana, però l’una e l’altra ròse e guaste da gravissime corruzioni. La civiltà greca era stata ed è tuttora celebre, perchè ispiratrice e nutrice di arti belle. La romana, principalmente, perchè maestra nel giure. La civiltà cristiana non ripudiò nè l’una nè l’altra delle due precedenti, ma le purificò, nè allargò il campo, le rese più spirituali e più nobili e per venti secoli non rallentò mai il passo, ma a poco a poco lo mosse più celeremente, e la condusse a quel presente grado di perfezione, nel quale, quantunque non manchino moltissimi mali, prevale, ancorchè non sempre si veda, lo spirito vivificatore del Cristianesimo. Il quale ha arricchito le civiltà antiche di tre concetti nobili e nuovi, generatori di tutte le glorie della nostra civiltà.

Il primo è il concetto della dignità della donna, non più solo strumento di piacere, ma creatura anch’essa immagine di Dio e, nella sostanza, eguale all’uomo; l’altro è il concetto della dignità non di pochi uomini soltanto, ma di tutto il genere umano, con l’abolizione dell’antica schiavitù pagana e di tutte le altre; l’ultimo è il concetto della dignità dello spirito infinitamente superiore al corpo, e di tutti i beni spirituali pur grandemente superiori ai materiali.

L’idealità cristiana della donna non più serva dell’uomo, ma sua dolce e affettuosa compagna, ha fatto sorgere nel mondo la famiglia cristiana, che, con l’indissolubilità del coniugio, con l’altezza del fine che si propone, col soffio vitale d’un amore casto e perpetuo, con l’obbligo di educare a Dio e al bene i propri figliuoli, ha in sè tesori di bellezza ineffabili.

Nel paganesimo schiava, per molti rispetti, la donna, schiavi moltissimi tra gli uomini, privi d’ogni diritto civile, comprati e venduti come le bestie; schiave assai spesso le nazioni, assonnate da un cieco, e talvolta brutale dispotismo. I veramente liberi erano pochi, e il concetto stesso della libertà era monco, e piuttosto consistente nella libertà del male anzichè nella libertà del bene. Un soffio nuovo di libertà ci venne da Cristo e

  1. Il Cardinal Capecelatro suole tutti gli anni tenere un discorso all’apertura dell’anno scolastico nei suoi seminari, pubblicandolo poi in fascicolo. Quest’anno oggetto del discorso fu l’influenza della religione Cattolica nei rapporti della famiglia della Chiesa e della civiltà. Ci piace fregiare le colonne del Buon Cuore pubblicando l’ultima parte che tratta dei rapporti della religione Cattolica colla civiltà.
dalla Chiesa, e questo soffio grado grado spazzò tutte le diverse forme della schiavitù antica.

Gli apostoli martiri e gli altri martiri suggellarono col loro sangue la prima delle libertà, che è la libertà religiosa. Le altre libertà vennero dopo mano mano; e noi ci sentimmo liberi sopratutto per il retto uso della libertà, che è il bene. Questa libertà, che è il più gran dono di Dio e ci riesce tanto cara, si trasfuse gradatamente anche nella vita civile e nella politica. Usata bene è il nostro più gran tesoro: usata male ci rende colpevoli e responsabili del male stesso.

Infine il concetto cristiano dell’infinita superiorità dello spirito sul corpo, ha prodotto il grande sviluppo intellettuale dell’età cristiana; uno sviluppo, che dapprima si volse principalmente al soprannaturale e alle verità più alte della filosofia, e in seguito dal Galilei in poi si svolse allo studio profondo delle leggi onde si governa il mondo materiale. Se Cristo e la Chiesa non avessero dato allo spirito umano il valore che ormai esso ha in tutte le nazioni civili, io credo che il nostro sapere sarebbe meno, oh quanto meno di quello che oggi è.

Volgiamo dunque un rapidissimo sguardo alla storia della civiltà cristiana, perciocchè questa storia ben considerata può riuscire non solo uno studio utile intorno alla religione, ma una vera apologia di essa. E cominciamo dal Medio Evo, in cui l’opera del Cristianesimo nel mondo fu più bella e più visibile. Se non che, forse, taluno qui mi vorrebbe interrompere e dire: — ci parlate del Medio Evo, come di un’epoca civile? E il Medio Evo fu barbaro. — Egregi uditori, che il Medio Evo abbia avuto in sè alcune barbarie, come del resto le hanno tutti i tempi, si può consentire; ma barbaro il Medio Evo? cento volte no. Intorno al giudizio del Medio Evo vi ripeto qui alcune parole di un uomo illustre e non certo sospetto di clericalismo, Pasquale Villari. Egli in una sua notevole conferenza fatta intorno al Savonarola disse così: «Per spirito antipapale ed irreligioso troppi storici hanno visto la barbarie dove non è, o hanno visto soltanto la barbarie dove sono anche infiniti elementi e germi di alta civiltà. — Come si può nel Medio Evo non vedere che tenebre profonde? Ma il Medio Evo fondò le Cattedrali gotiche, che sono l’espressione più alta del primo sentimento religioso, istituì le libertà popolari, che il Rinascimento distrusse, vinse a Legnano quegli stranieri che il Rinascimento lasciò scorazzare impunemente per l’Italia; si chiuse con la Divina Commedia che è la più alta creazione del genio umano». A questi pregi, notati dal Villari, se ne possono aggiungere molti e molti altri. Basterebbero le università di quel tempo e i nomi di Sant’Anselmo, San Tommaso, San Bonaventura e Scoto.

Che dire poi della civiltà cristiana nell’ora presente? La civiltà cristiana ai nostri giorni è tanto combattuta e così confusa con idee pagane o paganeggianti che assai spesso è poco o punto veduta. Alcuni anzi credono che essa sia del tutto tramontata o che si trovi così vicina al tramonto che per le nuove generazioni essa sarà soltanto una mesta ricordanza. Io penso per lo contrario che la civiltà cristiana, benchè meno visi-