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IL BUON CUORE 23


Padre Genelli c’è solo una grande dose di vanità e di presunzione ed un desiderio vivo di réclame, che evidentemente contrasta coll’abito che porta....

«Il frate sbraitante alla Chiesa di S. Fedele, in un momento in cui le azioni dei miracoli di Lourdes erano state messe in ribasso dall’eloquenza dell’on. Podrecca (!), all’Associazione Sanitaria ha trovato modo di cambiar tono alla sua canzone.

«All’Associazione si è ventilata l’idea di una nuova discussione sullo stesso argomento sul campo filosofico. Il frate, gli si leggeva in volto, già pregustava la gioia che gli avrebbe procurato il nuovo spettacolo... Noi ci auguriamo che i medici avranno il buon senso di non trsformarsi involontariamente nei migliori alleati dei preti e delle loro basse speculazioni».

A corto di ragioni, si ricorre alle insinuazioni.

Ci sembrava che il Secolo non potesse essere superato. Ci siamo ingannati. Il Tempo è venuto a persuaderci che si può andare ancora più innanzi nella impudenza e nella volgarità. Leggete.

«II reo è stato dunque giustiziato, e senza condono di attenuanti? E si può dire che Gemelli si è, in due sere, moralmente suicidato? Poteva sperare che non fosse così? Per troppo tempo il trucco era durato e il Catilina quaresimalista aveva abusato della pazienza e della indifferenza — scambiata per credulità — degli stessi uomini di scienza, direttamente interessati, dacchè egli andava girando il mondo e «cacciando l’articolo» con l’etichetta della scienza, forte della sua qualità di medico e di socio della Biologica milanese. I colleghi hanno visto in faccia questo frate; ora in luogo di recriminarsi contro il Consiglio che non ha risparmiato all’assemblea lo spettacolo pietoso di queste due sere di discussione impiegate a demolire un uomo e una menzogna che insieme non francavano la spesa, i soci dell’Associazione Sanitaria Milanese debbono giudicare se egli sia o meno un uomo che a inconfessabili scopi di lucro politico ha fatto il più indegno mercato del nome della scienza e il più teppistico scempio della verità».

Fortunatamente non tutto il giornalismo ha parlato così. E noi siamo lieti di terminare il nostro articolo, citando le parole colle quali il Corriere della Sera chiude la sua relazione sulla discussione avvenuta.

«Quantunque vari siano stati i giudizi definitivi che gli ascoltatori hanno portato sul valore degli argomenti da lui sviluppati, si fu d’accordo nel riconoscere la solidità di preparazione scientifica di cui egli aveva dato prove continue nel suo lungo discorso.

«La fine di questo, benchè giunta così tardi nella notte, fu salutata con vivi applausi da quel paio di centinaia di persone che erano ancora presenti.

«In complesso l’idea che il Consiglio direttivo della Associazione Sanitaria ebbe nell’invitare il P. dott. Gemelli ad un tale dibattito, risultò alla prova dei fatti utile ed opportuna».

La Perseveranza, entrando nel campo vivo della discussione, va più innanzi, e dice invertite nientemeno le parti: lo scienziato è il frate, gli assertori dogmatici i medici.

«Parlò la prima sera padre Gemelli: gli si opposero, la notte seguente, diversi medici cospicui: il francescano ebbe ancora la parola per giusto diritto di difesa; il dibattito della scienza si è poi fermato.

«Con mia grande sorpresa, trovai invertite le parti; credevo di sentire un Gemelli dogmatico, e mi trovai davanti un espositore calmo, logico, conseguente, che si tenne sempre ai fatti, ai dati, ai certificati medici; credevo di ascoltare nei medici presenti la parola tranquilla e valorosa dello scienziato naturalista, e li trovai quasi tutti dogmatici. Nessuno è andato a Lourdes; anzi il dottor Pini ha fatto sapere che non ha precisamente il tempo e i ghelli d’andarci, e che preferisce studiare nelle cliniche: come se Lourdes non fosse per un medico di ingegno un bellissimo campo sperimentale: nessuno (salvo il dottor Ferrari) si è presa la briga di prendere visione dei certificati offerti in esame dal Gemelli. Con questa preparazione negativa, parecchi medici di conto l’altra sera sono partiti in guerra colla bandiera della scienza contro.... contro chi? contro la fede? non era in discussione; contro la tesi filosofica? non era in discussione. Ma dunque, contro che cosa tuonava la scienza dei medici nell’Associazione Sanitaria?

«Confesso, non ho mai Visto brandir con tanto eroismo l’arma della scienza».

L. Vitali.



Società Amici del bene


Per una famiglia sventurata


Dopo un po’ di sosta, non possiamo resistere all’impulso del cuore che ci sospinge a fare un appello alle persone pietose per sovvenire una famiglia sventurata e veramente meritevole di interessamento.

In seguito ad affari disastrosi e ad una conseguente iliade di guai, quei poveretti vennero da Malta a Milano, attirativi da antiche tradizioni e da prospettive di lavoro. I genitori, due figli maschi e due ragazze costituiscono
la famiglia qui giunta senza una suppellettile di casa, senza indumenti, priva di tutto. Munita di ottime referenze e di una veritiera e affliggente relazione delle sue dolorose vicende, ebbe qualche soccorso per i più imminenti bisogni, ma ormai quelle prime scarse risorse sono esaurite. Attualmente il padre e i due figli maggiori sono impiegati come amanuensi presso una buona ditta e guadagnerebbero il necessario sostentamento, e sarebbero contenti, se il loro guadagno non fosse per metà assorbito dall’alloggio in camera ammobigliata, necessità dolorosa, dacchè quei poveretti non posseggono nè
un oggetto di mobilio, nè un oggetto di biancheria.

Trattasi dunque di accaparar loro due camere e di provvederle dello stretto necessario. La buona volontà di lavorare e il lavoro non mancano ai nostri raccomandati; quando essi potessero abitare un modestissimo alloggio proprio, non avrebbero più bisogno di aiuto, e riprenderebbero una vita povera, ma non misera ed umiliante.

Facciamo appello a tutti i buoni, e certo non invano.

I soccorsi ricevónsi dall’Amministrazione del Buon Cuore (Corso P. Romana, n. 17) e da A. M. Cornelio (Via Gesù, n. 8).