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88 LA PRIAPEA

XLII.


Gran cosa è ’l cazzo, se ’l vogliam guardare,
     Che non ha piedi, ed entra ed esce fuore,
     Ch’è disarmato ed ha così gran core,
     4Che non ha taglio, e puote insanguinare.
Gran cosa è poi, e gran miracol pare,
     Ch’è senza orecchi e sente ogni rumore,
     Che non ha naso e piacegli l’odore,
     8Che non ha occhi, e vede dove andare.
Gran cosa, e ben da croniche e da annali,
     Che non ha mani e cerca di ferire,
     11Che non ha gambe e vuole gli stivali.
Ma cosa più mirabile a sentire,
     Ch’entrando in corpo a furie infernali,
     14E sano e salvo se ne sappia uscire.


XLIII.


Il cazzo e ’l culo, con la potta ancora
     Godon gran privilegi e grandi onori,
     Che chi vuol far vergogna e disfavori
     4Subito a i nomi lor ricorre allora;
Ed io per un, se collera m’accora
     Dir soglio, cazzo in culo a Imperadori,
     A Conti, a Duchi, a Principi, a Signori,
     8A quel becco che gli ama e che gli adora.
Anzi sè più mi sono stuzzicati
     I grilli ch’ho nel capo, a dire il vero
     11Ricorro pure a quei proverbj usati.
Potta di san Francesco e di san Piero,
     Io ho nel culo i Vescovi e gli Abbati
     14Diami del naso al culo il Papa, e ’l Clero.