Pagina:Il Vendemmiatore e La Priapea.djvu/95


DEL FRANCO. 87

XL.


Vuol messer Carlo che non sia peccato
     Il ficcar la cognata per un tratto:
     E che aggia del Sanese, idest del matto
     4Chi può dormirci e non le dorme a lato.
Ed io proprio in un codice ho trovato
     Che si puó fare, ma con questo patto,
     Che il capo di Ser cazzo, appresso il fatto
     8Sia con l’asperges subito lavato.
E per Dio, gliè pazzía ben manifesta,
     Quando possiamo prendere dolcezza
     11A non sbragarci, e venderci la vesta.
Perchè i cazzi non portano cavezza,
     E non avendo più che un occhio in testa
     14Guardar non ponno ad ogni sottigliezza.


XLI.


Lasciamo pur andar le sottigliezze,
     Benchè fra poi si tengano peccati,
     E fottimenti mezzi schristianati
     4Il ficcar le Giudee reca dolcezze.
Perocchè avendo le lor potte avvezze
     Con quei cazzetti attorno scorticati,
     Dandosi con cazzoni impennacchiati,
     8Forz’è che c’intravengano carezze.
Alcun dirà che sia pur cosa dura
     Incazzirsi il Cristian con la Giudea,
     11Che la giustizia gli faría paura.
Questo è ben ver, ma non sa monna Astrea,
     Che per intender la sacra scrittura,
     14Bisogna prima aver la lingua ebrea?