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DEL FRANCO. 85

XXXVI.


Papa, per aver io fresca novella
     Che sei malato, e peggio non puoi stare,
     Ed a niun modo ti si può stagnare
     4Il flusso d’una brava cacarella.
Perchè so, che vorreste almanco ch’ella
     Facesse tosto quel che n’ha da fare,
     Non avendo altro in orto da mandare,
     8Ti mando questa poca mercorella.
Però l’accetta, e fattene servire,
     Che certo certo non ne puoi far senza,
     11Se del tuo mal hai voglia di guarire.
Perchè cacando senza riverenza
     Potrai spedirti, ed in un tratto dire
     14Or io n’incaco i medici in Fiorenza.


XXXVII.


Papa, per saper’io che logoriate
     Sei libbre di bambagio nel cacare,
     Che per volervi molto ben fregare
     4Non ce ne basterebbe la metate.
Vi mando della menta, acciò possiate
     Cotesto buon bambagio risparmiare,
     E ch’l buco dovendovi nettare
     8Piu tosto con quest’erba vel nettiate.
E per Dio, qualunque uomo ben commenta
     La vostra complessione, non è bene,
     11Nè medico si trova che ’l consenta.
Che, come a vecchio, meglio vi conviene
     Girvi forbendo il culo con la menta,
     14Che torvi del bambagio delle rene.