Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
84 | LA PRIAPEA |
XXXIV.
Papa, l’imprese ch’hai con Colonnesi
Ti fan di rado andare a belvedere,
Onde il giardino mio ne viene a avere
4Danno, da non rifarsi in dieci mesi.
Però vorrei, che fussero ben spesi
I tuoi bajocchi, e in altro che ’n bandiere
E che i capricci delle tue chimere
8Per qualche dì si stessero sospesi.
Non creder già che questa mia dimanda
Sia parziale, o cosa da Pasquino,
11Perchè è farina dalla mia vivanda.
Colonnese non son nè sono Orsino;
Che la potta mi piace d’ogni banda,
14E so fotter a dritto ed a mancino.
XXXV.
Papa, per la presente ti saluto,
E ti mando di ruche due cestelle
Di quelle tenerelle tenerelle,
4Di che più volte già ti sei pasciuto.
Nè senza gran proposito ho voluto
Mandarti di quest’erbe, come quelle
Che son parenti delle pempinelle,
8E fanno il cazzo tisico e nerbuto.
Che il dover vuole (e già non è peccato)
Che tutti ci dobbiamo ricordare
11Del cazzo per averlo sempre a lato.
E che cosa i Pontefici han da fare.
Quando il collegio loro è feriato,
14Sè non, mangiare e bere, e buggerare?