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74 | LA PRIAPEA |
XIV.
Perch’io sia vecchio, come può mostrare
Canuto il capo con la barba riccia,
Grinza la pelle, squallida, ed arsiccia;
4Donne non sono io Dio da dispregiare.
Ch’io hò sempre bragia da poter scaldare
Il forno, donde il fuoco vi s’impiccia;
E dandovi tre scosse alla pelliccia,
8Mandarvi con i bufali a cacare.
Io sempre son un cazzo, e quello istesso:
Venite pur con animo ben franco
11Nè per questo mettianla in compromesso.
Guardate al porro, ch’egli è poco manco
Come son io: or non vedete in esso
14Verde la coda, benchè il capo è bianco?
XV.
Donne, quanto più grido, più fuggite:
Maledetto sia il Papa, e ’l suo camauro:
Pajovi forse un Indiano o un Mauro,
4O che le botte mie sieno ferite?
Se a’ poeti crepasseno le vite,
Satiro non son io, nè son centauro,
Nè son mezz’uomo, e la metà di tauro,
8Sè le fattezze ho già tutte seguite.
Nè chimera son io tanto difforme,
S’egli è pur vero quel che se ne crede
11Ch’ella tre capi avesse e di tre forme.
Un capo ho solo, come pur si vede,
E voi non mi vedete sì conforme,
14Ch’io sono un cazzo dalla testa al piede?