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DEL TANSILLO. 47

CXXXII.


    Le late mura, e gli archi e le colonne
Tutte eran di miracoli coperte;
Pendean mille camicie e mille gonne
1052Ch’avean per voti le donzelle offerte,
E mille altre tabelle dalle donne
Affisse, che, dal medico deserte
Il buon Priapo avea guarite affatto
1056Con la sola virtude del suo tatto.

CXXXIII.


    Vi eran le guerre e le discordie pinte,
Ch’egli avea in pace e in amicizia volte,
E le battaglie col suo auspicio vinte;
1060Le rocche prese e le bandiere tolte.
Vi eran trofei di zone a forza scinte
E d’arme da riparo insieme avvolte,
E stocchi e lancie d’uman sangue asperse,
1064Che la vittrice turba al tempio offerse.

CXXXIV.


    V’era scolpito ogni amoroso fatto,
De’ guerrier di quel tempo ogni conflitto,
Notato il nome e ’l volto era ritratto
1068Tanto del vincitor quanto del vinto;
Colpo nissun si discernea di piatto
Nè di rovescio quì, nè di man dritto,
Ma tutte eran di punta le ferute,
1072Dal mondo e dalla gente più temute.