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DEL TANSILLO. 45

CXXVI.


    Ogni donna riman vedova e sola,
Che sposo e compagnía seco sen porta:
Chi la vista perdéo, chi la parola,
1004Chi giacque lungo spazio a terra morta.
Ma molte la memoria ne consola,
E molte la speranza ne conforta:
Ciò che di lui partendo quì rimase,
1008Qual sacro si guardò nelle lor case.

CXXVII.


    Da indi in quà fur gli asinelli suoi
Sopra ogn’altro animal tenuti in pregio
Da voi quì, donne, e di gir sotto a voi
1012Gli fer Capoa e Nola privilegio,
Che non aveva allor, com’ebbe poi
Napoli la corona e ’l titol regio,
Ma le città maggior queste due foro,
1016Che davan legge a Terra di Lavoro.

CXXVIII.


    Come moglie d’amato pastorello
Che ’l verno, dietro al gregge altrove è gito,
Ch’ogni monton gradisce ed ogni agnello
1020Per la dolce memoria del marito;
Così le donne fer dell’asinello
Dapoi che ’l buon Priapo fu partito,
Il qual per dritta e per obliqua strada
1024Cercò d’Italia bella ogni contrada.