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DEL TANSILLO. 41

CXIV.


    Ma, perchè questo loco al ciel sì caro
(Era regno del padre, Dio del vino)
E perchè belle donne assai ’l pregaro
908Per più dì si ritenne dal cammino:
Spesse volte a diporto cavalcaro;
Beata chi avea sotto il suo ronzino
Che ’l pose sotto a mille donne e mille
912Entro e fuor, per le selve e per le ville.

CXV.


    Vi giunse in tempo per maggior ventura,
Che si spandean com’or l’uve dal Sole:
Allor nacque l’usanza ch’ancor dura
916Che a donna l’uom può chieder ciò che vuole,
E parlar come detta altrui natura,
Senza velame o giri di parole.
Il piè si dice piè: le chiome, chiome;
920Ogni membro si onora del suo nome.

CXVI.


    Malgrado dell’onor, della vergogna,
E della gelosía che se ne rode:
Ciascun domanda quel che gli bisogna,
924E non gli cal se ’l mondo tutto l’ode:
La donna d’ascoltar non si vergogna
Nè l’uom paventa dell’altrui custode;
Sia maladetta la regina avara
928Che fe’ per noi sì dolce usanza amara.