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38 | IL VENDEMMIATORE |
CV.
Non Flora, nè Pomona, ma Priapo
Bisogna che da voi dunque s’onori;
Cingete il sacro e venerabil capo,
836Di liete e dolci erbette e di bei fiori,
Non di ruta o d’assenzio o di senapo,
Ma di quell’erbe ch’han miglior sapori
Ed a’ vostri giardin nascon d’intorno,
840Fate ghirlande a lui di giorno in giorno.
CVI.
Se così pie, religiose e sante
A questo dolce Dio vi mostrerete,
O che bell’erbe, o che leggiadre piante
844Ne’ ben colti terren sorger vedrete,
Che nascer già non vi potero innante:
Così cangiando stil, donne, farete,
Acciò ch’uom mai di voi non si lamenti,
848Gl’orti fecondi, e gli ortolan contenti.
CVII.
Ma non vo’, donne belle, che vi faccia
La molta fè sì gli animi sicuri,
Ch’aperto ogn’orto e notte e dì si giaccia
852Sì, ch’ogn’uom vi depredi, ogn’uom vi furi,
Acciò che ’l mondo non vi vada a caccia,
Arminsi d’uscio e cingansi di muri;
Purghinsi ancor che non divengan selve
856Nè sian nidi agli augei, lustri alle belve.