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34 IL VENDEMMIATORE

XCIII.


    Deh! se quell’acqua, di che lieto ognora
Bagno la terra, ove vo’ far semenza
Voi provaste un sol giorno, una sol’ ora,
740Forse vi dolería di starne senza.
Voi del mio dir tutte ridete; ancora
Ne bramereste far l’esperienza.
Oh se la fate, un’acqua proverete,
744Che quanto più si bee, più doppia sete.

XCIV.


    Quando io vi posi innanzi gli strumenti,
Che de’ begl’orti adopro alla coltura,
Il miglior mi scordai, ch’abbia alle genti
748Mostro mai arte, o dato mai natura:
Poco le stelle, e poco gli elementi,
E poco gioverebbe umana cura,
Senza questo ch’io dico, illustre ordigno,
752E sia pur il terren, grasso e benigno.

XCV.


    Nomar possente, e generoso ed almo
Questo strumento, come il Sol si debbe;
Ed onorarlo or d’inno ed or di salmo,
756Ogni poeta, ogni cantor dovrebbe.
Quasi sempre di altezza è men di un palmo,
O tanto, o poco più, qualor più crebbe:
Ma posto innanzi, men d’un palmo appare
760Ciò che natura, ed arte, e il ciel puon fare.