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26 | IL VENDEMMIATORE |
LXIX.
Non è senza grandezza e senza pompa,
Che ’l monaco il guerrier segua per strada:
Perchè se avvien che ’l bel cimier si rompa,
548Abbia tra via chi ’l conci pria che cada;
O ch’egli il suo cammin non interrompa,
A rifar l’altro dalla moglie vada.
Torniamo al palo, or ch’ho garrito molto,
552Che ’l monaco, e ’l guerrier di man n’han tolto.
LXX.
Rigido, acuto, grosso, duro e tondo
È, donne, il pal ch’io pianto nella terra;
E di tanta lunghezza, e di tal pondo,
556Quanto par si richieda a simil guerra:
Fin che la punta sua non preme il fondo,
Mai non s’arresta di passar sotterra;
E mentre in sù e in giù, cade e risorge,
560Ove più fere, più dolcezza porge.
LXXI.
Tanto talvolta nel cavar m’accendo,
Che trasformarmi in pal tutto vorrei;
E tal piacer nella fatica prendo,
564Ch’altro riposo mai non chiederei:
Nè vinto dal sudor, stanco mi rendo
Per aver fatte cinque cave o sei;
Anzi se avvien che buon terren ritrove,
568A sette passo, e non m’arresto a nove.