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138 | LA PRIAPEA |
CXLI.
Donne, voi vi scoppiate il corazzone,
(Per dirlo con parabole spagnuole),
Curando tutto ’l giorno a vento e a Sole
4La lana, che v’imbosca il pettignone.
Per la vostra ostinata opinione
V’accade appunto, come dir si suole,
Che chi all’asino il capo lavar vuole,
8Ci perde l’acqua, il tempo, col savone.
Se voi stimate farmi de’ favori,
Saper dovete, ch’io non ho mostaccio
11Che voglia i piatti netti de’ signori.
Bocche sbarbate io poco mi procaccio,
Che già si sa, ch’a i tristi fottitori
14I peli della potta fanno impaccio.
CXLII.
Io vi ricordo pure, o zappatori,
Voi che degli orti miei la cura amate,
Che alle mal erbe non la perdoniate,
4Sì che un germoglio non ne paja fuori.
Rispetti non si portino nè onori
A lappole ed a logli ove zappate,
Ch’è forza dar di matte bastonate
8A questi stecchi ladri traditori.
Bisogna, dico, oprarvi da dovero,
E mettervi da cani a sofferire
11Per fargli da bacili di barbiero.
Tal che le donne n’abbiano gioire,
E di quà più s’accendano al mistiero,
14Che gl’orti lor non facciano imboschire.