Pagina:Il Vendemmiatore e La Priapea.djvu/140

132 LA PRIAPEA

CXXIX.


Ficcano le somare i Calabresi,
     O che sian polledrelle, o che sian vecchie,
     O siano senza code o senza orecchie,
     4O stiano bene o male negli arnesi.
Nè guardan se sian guaste da garlesi, 1
     Nè s’abbiano i soprossi o le petecchie,
     Nè larghe larghe, o strette, le busecchie
     8Per seguir il costume de’ paesi.
Io non la tengo cosa capitale
     Sè lasciano i cialtroni e le zambracche 2
     11Per darsi al lor istinto naturale,
Che per voler le potte come sacche,
     Stimano forse che sia manco male
     14Con asine impacciarsi che con vacche.


CXXX.


Van quasi dietro tutti i fottiventi
     A gran maestre, e donne d’alto affare,
     Credendosi i lor cazzi ricamare
     4Fra quei ricami ch’hanno ori e argenti.
Ma son dalle mie voglie differenti,
     Ch’io stimerei miglior il praticare
     O con scanfarde 3 almanco, o con massare,
     8Bench’i visi non abbiano lucenti.
Non è buona ragione a dir che quelle
     Sian da i brachetti manco conosciute
     11Se ben con biacca tirano la pelle.
Che ancorchè in guardia sian tenute
     Fra li squadroni delle sentinelle,
     14Pur le lor potte son le più fottute.

  1. Pustule.
  2. Se lasciano di sodomizzare o di fottere.
  3. Donne vili, pezzenti.