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DEL FRANCO. | 129 |
CXXIII.
Disputasi ogni giorno per le scuole
Perchè natura chiamino la potta,
E tanto in disputar se ne borbotta,
4Ch’esser dovrebbe chiaro più che ’l Sole.
E per conoscer se son baje o fole,
S’io mi mettessi fra tant’altri in frotta,
Come persona in queste cose dotta,
8Ci potrei forse dir dieci parole.
Ma tra me stesso ho già determinato,
Ch’altri da parte mia pigli la cura
11In far che ’l dubbio resti dichiarato.
Perchè, per esser piena di sozzura,
Ed io di tristo stomaco, ho giurato
14Di non metter mai bocca alla natura.
CXXIV.
Priapo, all’orto tuo questa ficaja
Parmi non poco inutile e dannosa,
Perch’è sì sgangherata e tanto ombrosa,
4Che t’occupa con l’ombra tutta l’aja.
S’ella mena le fiche ed a migliaja,
Non perciò dei stimarla preziosa,
Che più vale una fica saporosa,
8Che l’altre dissipite a centinaja.
Non so se stomaco hai cotanto strano,
Che d’ogni fica ti vuoi far boccone,
11O sia di vignarolo o d’ortolano.
Perch’io per uno son tra le persone,
Ch’anzi mi creperei, che metter mano
14A fiche, se non sono più che buone.