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DEL FRANCO. | 127 |
CXIX.
Priapo, questo pajo d’orinali
(Nè so se ’l mondo n’ha così bel paro)
Quì ti consacro, nè ti sia discaro,
4Chè ben ti stanno questi doni tali.
E benchè sian parole comunali,
Pur ti ricordo come amico caro,
Il proverbio che dice, piscia chiaro,
8E fa le fiche 1 a i medici cignali.
Vattene pur pel tuo sentier usato,
E dove è la via trita, là cammina,
11Nè mangiar cibo che ti sia vietato.
Così mai punto non sarai da spina,
Neppur ti scoprirà per magagnato
14Chi ti vorrà talor veder l’orina.
CXX.
Del suo giardin le pesche in questa cena
Quì ti presenta, come cosa santa
Priapo, il tuo d’Arezzo, di cui canta
4Ogni grand’ortolano a bocca piena.
Pregati dunque, non gl’imputi a pena
Se non fusser di quelle d’Atalanta,
Perchè degl’anni ha forse ben sessanta
8L’arbore, anzi quel tronco che le mena.
E più ti chiede in singular mercede,
Che se del petto ti trarranno i rutti,
11Non fia per ciò di manco la sua fede.
Perchè piacendo a lui sì fatti frutti
O buoni o tristi, così pur ei crede,
14Che sieno del suo stomaco anche tutti.
- ↑ Formar colla dita certo atto di dispregio.