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DEL FRANCO. | 113 |
XCI.
Priapo, non bisogna replicarti
S’io son sorella di Pietro Aretino,
Che non è foglia in questo tuo giardino,
4Che l’esser mio non possa palesarti.
Io son venuta sì per visitarti,
Sì perch’io non vorrei che alcun meschino
In capo ti cacciasse il moscarino 1
8Ch’io pensassi in mia vita abbandonarti.
Io son pur vostra, ed ogni mia speranza
In te consiste, e t’ho per caro amico
11Nel resto della vita che m’avanza.
E di nuovo affermando quel ch’io dico,
T’offro tutti i buchi della stanza,
14Cul, potta, bocca, orecchi, ed ombellico.
XCII.
La lode dell’anguille, come eterna
Memoria del bel luogo dove stai,
Priapo qui ti sacra, se nol sai
4Un de’ Poeti, ch’ha per nome il Berna.
Non basterian di carta tre quaderna
A dirti tutto quel che ne vedrai,
Perchè ne scrive già più cose assai,
8Che al Franco non ne scrisse la Lucerna.
Tanto, che per un libro e buono e fino,
E che non ha nè stoppe nè scacazzi
11Puoi dir che sta fornito il tuo giardino.
Pure, se i suoi paresseno versazzi,
Sai che il Berna non è Pietro Aretino,
14Che ha sì gran bocca nel dir ben de’ cazzi.
- ↑ Cacciare in capo il moscarino; vuol dire dar ad intendere, o sia far credere.