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4 | IL VENDEMMIATORE |
III.
Oltre il favor ch’ho di duo numi santi,
Il qual vo’ che ’n Parnaso m’accompagne,
Quel ch’attendo da voi può far ch’io canti,
20Senza che fonte le mie labbra bagne;
Pur ch’abbia, o donne belle, voi davanti,
Non chieggio altre fontane, altre montagne:
Guidate voi la lingua, che a dir move
24Cosa che insieme a voi diletti e giove.
IV.
Voi troverete nel mio dir senz’arte,
Ed utile e diletto non mai scritto;
Volgansi pur le più lodate carte,
28Che Italia scrisser mai, Grecia ed Egitto:
Scorte dal mio sermon verrete in parte,
Ov’è del viver vero il cammin dritto;
E, cangiando sentiero, in un momento
32Cangierete in piacer lungo tormento.
V.
Chè troppo, con ragion, s’io ben discerno,
S’adira il Ciel con voi, donne superbe,
Che negli orti ond’ei diede a voi ’l governo,
36Languir lasciate i fiori e morir l’erbe:
Non vi dovreste lamentar del verno,
Quando voi stesse a voi siete sì acerbe:
Non si doglia d’altrui, nè si lamenti,
40Chi dà cagione a’ suoi proprj tormenti.