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DEL FRANCO. | 93 |
LII.
Priapo, se Dio sei, come si crede,
Altro ci vuol che starti comparendo
In piazza da bell’uomo, e gir ordendo
4Baje e minaccie, ed uccellar le prede.
Bisogna, a chi t’invoca far mercede,
Nè dargli per risposta, i’ non t’intendo,
Ed esser nè miracoli stupendo
8Perchè la gente t’abbia qualche fede.
Non dico, che sott’acqua e sotto vento,
E per arte e per parte debbi andare
11Fino alla noce fuor di Benevento.
Ma sol per un miracolo mostrare
Che l’Aretino lasci i settecento,
14E si debba d’un cazzo contentare.
LIII.
Priapo, tu che hai pratica sì antica
Con l’Aretino, e gli vai sempre in drieto,
Che se per sorte viene a trar un peto,
4S’egli crepasse è forza che tel dica.
È vero, ch’è sì tristo, che s’intrica
Con i facchini? e che è poco discreto?
E ch’è ignorante? e che non sa star cheto?
8E che la verga corta gli è nimica?
Abbenchè queste cose siano vere,
Le genti, che non credono al rumore,
11Dalla tua bocca le vorrian sapere.
Perchè sai l’Aretino dentro e fuore,
Ed a te più che ad altri fa vedere
14Tutte l’interiori fino al cuore.