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gine se fu refettorio, o biblioteca, è difficile precisare; oggi è una modesta tinaja, dove il suolo rialzato di oltre un metro e mezzo nasconde parte delle svelte colonne.

La chiesa monastica è da un lato. Grandiosa, a tre navate, decorata all’esterno di ornamenti di laterizio di carattere ogivale, ha nella sua parte interna subito infinite alterazioni, delle quali una sola può essere accettata come un benefizio per l’arte.

È la tribuna maggiore di elegantissimo stile del rinascimento, con squisite decorazioni architettoniche e con un vaghissimo fregio di terracotta invetriata dei Della Robbia. Il nome di Filippo di Brunellesco si presenta immediatamente alla mente dell’osservatore di questa cappella che ha una strettissima analogia colla bellissima sagrestia di S. Felicita di Firenze. Sotto la chiesa è l’ampia cripta del XI secolo a grandi vòlte, sostenuta da colonne; ma ridotta sciaguratamente ad un serbatojo di acque che vi s’infiltrano continuamente, essendo l’attuale piano della Badia inferiore al livello ordinario delle magre del vicino Arno.

Degne della bellezza generale del fabbricato sono alcune sue parti originarie, come il piccolo refettorio, il quartiere dell’abate, l’esterna chiesa già parrocchiale