Pagina:Il Trentino.djvu/83

66 il trentino.


elevazioni principali di questa catena sono le tre punte: il Becco della Ceriola (1935 m.), il Corno di Scanupia (2150 m.) e il Cornetto (2052 m.), che appartengono al gruppo principale detto Scanupia o Vigolana. La cima Scanupia è poi chiamata dagli alpinisti Becco di Filadonna, mentre tal nome spetta a due piccoli campanili a N. di essa. La Scanupia è un grande ammasso di dolomia, è assai ripida e coperta di prati e boschi fin quasi alla cima. Nel gruppetto secondario della Maranza. che le si allaccia col passo di Vigolo Vattaro, si elevano la Marzola (1737 m.) e, unito ad essa colla sella del Cimirlo, il M. Celva (999 m.).

In questo gruppo gli schisti cristallini compaiono a W. del lago di Caldonazzo fino a Vigolo Vattaro. Anche qui come altrove seguono le arenarie, il calcare a Bellerophon, gli strati di Werfen e il calcare conchiglifero, che da tutti i lati, cingono con altrettante zone la dolomia principale e dello Schiera, che forma la cresta affilata Chegul-Marzola. Le colline di (roccia d’oro presso Trento sono formate da un tufo porfirico coperto in parte da una breccia calcarea. Il restante del gruppo è formato da calcari giura-liasici che si sovrappongono alla dolomia media. I calcari dell’epoca cretacea e terziaria sono poco sviluppati.

L’orometria del gruppo ci presenta di nuovo una catena dirupata, dove ai facili pendii si alternano le pareti ripide e nude. Il piano più esteso del gruppo si ha fra i 500 e i 750 m.

La superficie dei vari piani alle diverse altezze fra 100, 200, 300, m. e sopra 100, 200 m. ecc. è la seguente.